La morte di Pino Tilocca: da Alessandra Todde ai colleghi di scuola, il cordoglio della Sardegna
Il lutto invade i social: il ricordo di tantissime persone per la scomparsa di una figura di primo piano dell’impegno politico e civile
Oristano Non solo Oristano, ma l’intera Sardegna, inonda i social con un fiume in piena di sgomento e lacrime. La morte del dirigente scolastico Pino Tilocca – è riduttivo etichettarlo solo con il suo ruolo nel mondo del lavoro – mancherà in primis alla sua scuola, l’istituto superiore De Castro-Contini, che ha pubblicato una eloquente foto del dirigente con la bandiera della pace. «Ci lasci un’idea di scuola viva, attenta, solidale, coraggiosa, fatta di passione libera, di pensiero critico e di umanità. E «davvero nulla sarà più come prima senza Pino», si lascia andare la docente Sabrina Sanna. Il cordoglio cittadino è unanime, ma raggiunto subito da quello regionale: «Oggi la Sardegna si sveglia più povera - scrive la presidente Alessandra Todde –. È venuto a mancare Pino Tilocca, protagonista di tante battaglie civili e culturali, preside dell’istituto superiore De Castro Contini di Oristano, esponente di Libera e voce coraggiosa contro le ingiustizie. L’ho conosciuto di persona un anno fa, in occasione di un incontro con i ragazzi della sua scuola, mi colpì la passione con cui parlava ai giovani, la fermezza con cui difendeva i diritti dei più fragili. Quando se ne va un guerriero delle battaglie per la giustizia, siamo più poveri. Quando se ne va un uomo che ha saputo trasformare il dolore in impegno collettivo, siamo più poveri. Quando se ne va un punto di riferimento per un’intera comunità, siamo tutti più poveri. La Sardegna oggi perde una voce limpida, una guida, un amico. È nostro compito raccogliere i semi che ha piantato, curarli e farli crescere come olivastri millenari».
Le fa eco l’assessora all’Istruzione, Ilaria Portas: «Oggi la mia comunità politica perde un compagno immenso, una persona di rara sensibilità, un esempio di come una vita possa essere spesa per la giustizia, la pace e la lotta per un mondo migliore». Era ateo Pino, tutta la città lo chiamava così, e la sua sarà una camera ardente civile, in cimitero, per due giorni. Il mondo della cultura intera gli rende omaggio, a iniziare dal Museo Diocesano: «Per noi era prima di tutto un amico, uomo impegnato civilmente e politicamente per la costruzione di una società giusta. La sua non era solo una guida scolastica: era una guida umana. Con lui abbiamo costruito ponti tra scuola e museo, tra sapere e vita. La sua intelligenza profonda, la sua sensibilità discreta, la sua energia instancabile resteranno per noi esempio e memoria viva».
Lacrime e cordoglio anche dall’amica e collega Caterina Pes, ex parlamentare oggi presidente della Casa Museo Gramsci: «Si stanno dicendo tante parole su Pino, sono tutte vere. Non si è mai risparmiato, ha lottato anche in questi giorni, è sempre stato in prima fila ed educare per lui era scardinare ingiustizie, diversità, pensare agli ultimi. “Chi vive con coraggio non muore mai” ed è questo quello che ora mi viene in mente pensando a questa enorme perdita».
Anche Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, tratteggia uno dei primi ricordi pubblici: «Ci sono vite che non finiscono: diventano eredità» e ridurlo a preside del liceo sarebbe un torto alla verità. Pino è stato un uomo interamente pubblico: ha vissuto e, fino all'ultimo, ha combattuto sul campo la battaglia per il diritto a un mondo migliore, sentendo come dovere quello di testimoniarlo e costruirne le condizioni. Non c'è stata battaglia civile – sulla legalità, contro le mafie, per il diritto allo studio, per la dignita del lavoro, per i diritti personali – che Pino non abbia ingaggiato con coraggio, da uomo fieramente di parte e mai, neppure una volta, per un tornaconto personale. La sua vita era la scuola. “Tranquillo che questo è l’ultimo anno”, ripeteva, ricordando di avere maturato da tempo il diritto alla pensione. E invece è caduto sul campo».