La Nuova Sardegna

Oristano
Il sopralluogo

Omicidio di Terralba, segni della bici di Claudio Manca sull’auto del presunto assassino

di Michela Cuccu

	Il sopralluogo a Terralba (foto di Francesco Pinna)
Il sopralluogo a Terralba (foto di Francesco Pinna)

Nuovi accertamenti sugli abiti della vittima fissati per mercoledì 15 ottobre

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Terralba La prova che cercavano, l'hanno trovata: sul paraurti dell'auto di Battista Manis ci sono tracce compatibili con i pneumatici della bicicletta di Claudio Manca. Un elemento, quello emerso stamattina, 11 ottobre, 2025, nel sopralluogo al quale oltre agli inquirenti e i difensori di Manis e l’ avvocato della famiglia della vittima, Fabio Costa, che stringe il cerchio attorno all'unico indagato per l'omicidio del 49enne di Terralba, il compaesano 52enne in carcere a Massama con l'accusa di omicidio volontario.

Il passaggio all'autolavaggio, goffamente travestito da coniglio, non è dunque servito a cancellare del tutto i segni dell'investimento, il primo atto di quella che gli inquirenti ritengono una spedizione punitiva mossa da vendetta. Nonostante il ritrovamento, che cristallizza la dinamica dell'urto tra l'auto in uso a Manis e la bicicletta della vittima, agli inquirenti questo non basta.

Oggi, oltre alla ricerca delle tracce sull’auto, c'è stato un nuovo sopralluogo degli investigatori nel tratto della circonvallazione della strada per San Nicolò d’Arcidano dove sarebbe avvenuto l'investimento, alla ricerca evidente di altri elementi per le indagini. L’ispezione, iniziata verso le 10 e terminata attorno alle 13, proseguirà mercoledì prossimo, 15 ottobre, con ulteriori accertamenti. Stavolta, oggetto delle verifiche saranno gli abiti che indossava la vittima quando il suo cadavere è stato trovato dentro la cunetta.

Un dettaglio non casuale, che si inserisce nel quadro investigativo che da tempo si concentra sulla fase successiva all'investimento. La ricostruzione più accreditata, infatti, vuole che Claudio Manca non sia morto per le conseguenze dell'incidente, ma sia rimasto a terra ferito e inerme. A quel punto, l'imprenditore, accecato dall'odio, sarebbe sceso dall'auto per finire la vittima, che riteneva l'autore dell'incendio doloso che giorni prima aveva devastato parte della sua casa di via Sicilia. L'attenzione degli inquirenti si è spostata da tempo sul collo di Manca, in assenza di segni evidenti di un pestaggio. L'ipotesi che trova maggiore credito è che l'imprenditore abbia premuto con il ginocchio o con la scarpa sul collo di Claudio Manca, impedendogli di respirare per un tempo sufficientemente lungo da causarne la morte per soffocamento. 

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