A scuola non lo si insegna? Il medioevo sardo si impara con un gioco da tavola: ecco Judikes
Iniziativa della fondazione Sardegna Isola del Romanico
Oristano Un gioco che abbina didattica e tecnologia per far conoscere il Medioevo sardo ai giovani studenti delle scuole. Si chiama Judikes. Alla scoperta del romanico sardo ed è l’ultima iniziativa della fondazione Sardegna Isola del Romanico, che è stata presentata nella sede Unifidi in un evento aperto al pubblico. Tutto nasce dall’assenza del medioevo sardo nei programmi scolastici ministeriali, in particolare della stagione romanica. Ma di cosa si tratta, esattamente? Il progetto supera la concezione del tradizionale gioco da tavolo per trasformarlo in uno strumento di conoscenza e di promozione culturale e didattica. Al classico tabellone da tavolo si abbina infatti un’applicazione multimediale che guida l’esperienza. I giocatori, che possono essere due o quattro persone o squadre, impersonificano figure storiche come il monaco, il cavaliere, il viandante e la giudicessa, vengono impegnati nella risoluzione di una serie di quiz e devono dimostrare anche capacità strategiche e conoscenza della tecnologia.
I luoghi in cui si sviluppa il gioco sono le quattro città giudicali di Cagliari, Sassari, Olbia, all’epoca chiamata Civita, e Oristano. Per avanzare nel percorso occorre rispondere correttamente a domande di storia e architettura e a quesiti su personaggi e luoghi del Romanico in Sardegna. Le partite sono rese ancora più avvincenti e dinamiche dalla presenza di sfide a tempo, caselle speciali e monete strategiche. La vittoria va al giocatore o alla squadra che completa per prima l’itinerario della Sardegna giudicale, tornando alla città di partenza con il miglior punteggio. «I nostri ragazzi e le nostre ragazze potranno imparare e capire più aspetti del Medioevo sardo grazie a Judikes – assicura Antonello Figus, il presidente della Fondazione Sardegna Isola del Romanico –, riteniamo che chiunque conosca la storia e il patrimonio culturale impari a rispettarlo». Conclude Figus: «Con questa importante iniziativa chiudiamo ottobre, il mese del romanico, che ci ha dato grandi soddisfazioni. Lo scorso fine settimana, inoltre, sono state oltre 400 le persone che hanno visitato il campanile della basilica di Santa Giusta, chiuso al pubblico per più di mezzo secolo, e hanno goduto della sua riapertura straordinaria realizzata in collaborazione con il Fai».
