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Sassari

In tribunale

Svolta nell’inchiesta sul detenuto ucciso in carcere: indagato un agente di Bancali – tutti i dettagli

di Luca Fiori
Svolta nell’inchiesta sul detenuto ucciso in carcere: indagato un agente di Bancali – tutti i dettagli

Il poliziotto penitenziario è accusato di omicidio colposo per la morte di Graziano Piana

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Sassari C’è una svolta clamorosa nell’inchiesta sulla morte di Graziano Piana, il detenuto sassarese di 51 anni ucciso nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2022 nel carcere di Bancali dal compagno di cella, che lo aveva aggredito nel sonno con uno sgabello e un bastone. Su quella tragedia si riaccendono i riflettori a oltre tre anni di distanza con un nuovo indagato, un agente della polizia penitenziaria, in servizio - la notte della tragedia - come assistente capo coordinatore con funzioni di sorveglianza generale. Per lui l’accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Sassari è di omicidio colposo. Secondo il sostituto procuratore Paolo Piras l’agente avrebbe commesso gravi errori nella gestione del nuovo giunto a Bancali, Giuseppe Pisano, il 30enne di Austis che quella notte colpì prima con uno sgabello alla testa Piana e poi con un bastone, uccidendolo. Il 51enne morì poche ore dopo, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Santissima Annunziata”. Pisano, arrestato il giorno prima per ubriachezza molesta e maltrattamenti in famiglia, soffriva di disturbi psichiatrici gravi.

Un quadro che – secondo l’accusa – avrebbe dovuto spingere il personale del carcere a non collocarlo in cella con altri detenuti. Le relazioni dei carabinieri e le consulenze psichiatriche evidenziavano infatti un rischio elevato di comportamenti violenti. Per il 30enne a marzo del 2023 il giudice dell’udienza preliminare Sergio De Luca aveva pronunciato la sentenza di assoluzione, perché incapace di intendere e volere al momento dell’omicidio, accogliendo la richiesta formulata dal pubblico ministero Angelo Beccu. Il gup aveva anche disposto che l’imputato venisse ricoverato, per un periodo minimo di cinque anni e fino a un massimo di 24, in una Rems. Sia Claudia Granieri, il perito nominato dal giudice, che Pietro Pietrini, quello del pubblico ministero, avevano concordato sulla totale incapacità dell’indagato e sulla sua elevata pericolosità sociale. L’agente finito sotto inchiesta avrebbe invece autorizzato l’ingresso e la sistemazione in cella con Piana, senza segnalare il pericolo né al medico di turno né allo staff multidisciplinare, e senza disporre particolari misure di sorveglianza.

Un’omissione che per la Procura di Sassari ha avuto conseguenze fatali. L’accusa nei confronti dell’agente, assistito dall’avvocato Marco Palmieri, è fondata su una lunga serie di presunte violazioni di regolamenti interni e circolari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che impongono massima cautela nell’accoglienza dei detenuti affetti da disturbi mentali. Il processo, davanti al gup Gian Paolo Piana, cercherà ora di chiarire se la morte di Graziano Piana potesse essere evitata. La prima udienza è stata fissata per aprile. I familiari di Piana, rappresentati dagli avvocati Paolo Spano e Vittorio Campus, dopo anni di attesa sperano che il nuovo procedimento possa chiarire se - con una più attenta applicazione delle regole di sicurezza - Graziano sarebbe ancora con loro.

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