Nuovi scavi nel Sinis a due passi da Mont’e Prama: ecco cosa si spera di trovare
Archeologi al lavoro dal 29 novembre nel nuraghe Cannevadosu alla scoperta delle meraviglie del passato
Cabras Si apre una nuova stagione di scavi per gli archeologi della Fondazione Mont’e Prama. Il 26 novembre prenderà il via nel Sinis il cantiere nel sito del nuraghe Cannevadosu. L’iniziativa si svolge grazie al rilascio di una concessione di ricerca triennale da parte della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio del ministero della Cultura. «Questo evento – ha sottolineato il presidente della Fondazione, Anthony Muroni – non rappresenta solo l’avvio di un’operazione sul campo, ma sottolinea l’importanza dell’apporto diretto della Fondazione alla ricerca scientifica». Il cantiere sorgerà nella località a circa 8 chilometri a ovest di Cabras e a soli 800 metri a sud-ovest dell’area archeologica di Mont’e Prama. Il nuraghe oggetto dello scavo ha una struttura complessa del tipo cosiddetto trilobato che, come il vicino nuraghe Mont’e Prama, presenta un abitato limitrofo.
L’area che lo circonda, caratterizzata da un’occupazione significativa tra l’Età del bronzo e la prima Età del ferro, è stata indagata finora solo in minima parte. Alla guida dell’equipe scientifica ci sarà l’archeologa Nicoletta Camedda in qualità di direttrice di scavo, affiancata dalle colleghe Maria Mureddu, Ilaria Orri e Viviana Pinna e dall’archeologo Raimondo Zucca come direttore scientifico. Per lo scavo stratigrafico saranno formate due squadre composte ciascuna da archeologi senior e junior e da operai specializzati. A eseguire materialmente i lavori sarà invece la cooperativa Trowel di Cagliari. L’intervento si articolerà in più fasi, che vanno dalla preparazione logistica all’indagine scientifica e alla documentazione post-scavo. Inizialmente sarà allestita e delimitata l’area di cantiere, poi sarà rimossa la fitta vegetazione di arbusti, in particolare le palme nane e sarà pulito il sedime monumentale dal pietrame accumulato. A queste operazioni preliminari seguirà una prima documentazione grafica e fotografica attraverso un drone e la fase centrale della campagna, con gli scavi stratigrafici e un duplice approccio: una perlustrazione prudente del perimetro del nuraghe e scavi più profondi nell’area dell’abitato, per definire l’entità e lo sviluppo del villaggio attorno al nuraghe. «Oltre a mettere in rilievo i resti del nuraghe Cannevadosu, a chiarire la planimetria dell’insediamento e i suoi rapporti stratigrafici con il nucleo nuragico, e a incrementare le informazioni sul popolamento del Sinis tra il Bronzo finale e la Prima età del ferro è possibile la presenza di elementi scultorei raffrontabili ai giganti – spiega Anthony Muroni –. La vicinanza con Mont’e Prama conferisce allo scavo del Cannevadosu un ruolo di primo piano nella comprensione del contesto territoriale in cui è sorta la celebre necropoli. La campagna promette di riscrivere pagine importanti dell’archeologia nuragica».
