Guasto al riscaldamento, alla scuola dell’infanzia ci si “scalda” con qualche stufa
Le mamme scrivono al Comune: «I nostri bambini al freddo». Il sindaco programma un incontro
Mogoro L’impianto è nuovo di zecca e funzionante. I bambini e personale scolastico della scuola dell’infanzia dell’Istituto comprensivo di Mogoro, che ospita piccoli di fascia d’età tra i 3 e i 6 anni, restano però al freddo. La denuncia arriva dalle portavoce incaricate dai genitori, esasperate dalla situazione che si protrae ormai da quasi tre anni scolastici. Lo scorso 27 novembre hanno inviato una mail di posta certificata all’amministrazione comunale con la richiesta di un incontro risolutivo: «Il problema pare sia il malfunzionamento dei sistemi automatici che rilevano la temperatura della stanza – spiegano – ma di questo non c’è l’ufficialità. L’impianto è, infatti, centralizzato e gestito da remoto e, anche se c’è freddo, non è possibile intervenire manualmente per aumentare la temperatura. Di certo, invece, c’è che per ora il Comune ha tamponato con delle stufette elettriche, che però sono evidentemente inadeguate per ambienti così ampi come le aule o la mensa. Vogliamo solo che i nostri bambini non subiscano più il freddo». La segnalazione via posta certificata non era la prima sull’argomento e arriva dopo una sequela di altri tentativi di dialogo rimasti sospesi senza soluzioni: «Da ormai tre anni l’impianto presenta difetti ricorrenti, più volte comunicati agli uffici competenti, ma che continuano a ripresentarsi, causando disagi ai bambini e al personale scolastico – scrivono le rappresentanti –. Vogliamo conoscere gli interventi previsti e sollecitare una soluzione definitiva al problema».
Alla mail, per ora, non c’è stato riscontro ufficiale, ma il sindaco si è detto disposto a collaborare: «Non sono un tecnico e nemmeno voglio pronunciarmi prima di aver incontrato le mamme – ha spiegato Donato Cau –. Prevedo che ai primi della settimana prossima potremo fissare un incontro alla presenza del responsabile dell’ufficio tecnico Paolo Frau e confrontarci». I toni, ci tengono a precisare le rappresentanti, non sono quelli della guerriglia da social: «Stiamo agendo mosse dalla preoccupazione e unicamente nell’interesse dei bambini, nessuna recriminazione politica ma l’appello che si tenga da giusto conto questo serio problema. Vogliamo muoverci con rispetto ma fermamente, tramite i canali istituzionali: se rimarremo ancora inascoltate, i prossimi passi che ci rimangono sono l’Ufficio scolastico regionale e l’Ufficio di pubblica igiene».
