Oltre 2 milioni di euro per la cultura, così rinascono i siti archeologici
Finanziamenti della Regione per gli interventi a Sedilo, Sorradile e Ardauli
Sedilo I simboli del patrimonio archeologico di tre Comuni dell’Alto Oristanese attrarranno investimenti superiori ai 2 milioni di euro. È il valore stimato dalla Regione per interventi conservativi e di riqualificazione nel parco archeologico di Iloi, nelle domus de janas Ispiluncas e nel villaggio prenuragico di Serra Linta di Sedilo, nella necropoli di Prunittas a Sorradile e nella tomba ipogea di Mandras ad Ardauli. Dall’input all’attivazione di un duplice canale di finanziamento impresso dall’assessorato regionale alla Cultura attraverso la legge 24-2025 sull’assestamento al bilancio e la delibera inerente alla ripartizione dei fondi per i siti Unesco appena approvata dalla giunta Todde, il Comune di Sedilo ha ottenuto risorse per 1.550.000 euro.
I fondi saranno assorbiti dai lavori di riqualificazione e di messa in sicurezza del monumento nuragico e dell’adiacente complesso abitativo di Iloi (650mila euro), dall’opera di valorizzazione delle tombe dipinte di Ispiluncas, meglio note con il nome di Sas Preccas (600mila) e dei resti dell’insediamento preistorico sulle sponde del lago Omodeo nel IV millennio avanti Cristo, destinatario di 300mila euro. Il contributo milionario conferma l’interesse rivolto dalle istituzioni locali e regionali al settore dei beni culturali di Sedilo, che con il riconoscimento delle domus de janas a patrimonio dell’umanità ha fatto un salto qualitativo in avanti.
Ma se si può parlare di scommessa vinta sul piano del prestigio e sul ritorno in termini di risorse finanziarie, resta un interrogativo aperto la sfida più difficile, ovvero la gestione dei siti culturali finalizzata a una ricaduta economica diretta sul territorio. Nodo che malgrado i molteplici tentativi fatti dalle amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi decenni resta ancora irrisolto. Tuttavia la massiccia iniezione di liquidità permette di guardare al futuro con maggiore fiducia. «Questi finanziamenti – spiegano dall’assessorato retto da Ilaria Portas – rappresentano un passo fondamentale per la tutela, la conservazione e la fruizione di un patrimonio archeologico di straordinario valore storico e identitario, testimonianza della ricchezza e dell’unicità della civiltà preistorica della Sardegna. In particolare, il riconoscimento Unesco delle domus de janas conferisce ai siti una rilevanza internazionale, rafforzando l’impegno delle istituzioni regionali nella loro salvaguardia e promozione».
L’intervento finanziario della Regione è finalizzato principalmente ad innalzare il grado di fruibilità del patrimonio archeologico dell’Alto Oristanese allo scopo di dare maggiore incisività all’offerta culturale e turistica e di creare, così, «nuove opportunità di sviluppo sostenibile per le comunità locali». Nella suddivisione dei fondi destinati ai siti Unesco rientra il Comune di Ardauli con il suo unicum, la tomba dipinta di Mandras, per migliorare l’accessibilità della quale sono stati stanziati 350mila euro. All’epoca prenuragica risale anche il complesso archeologico di Prunittu di Sorradile, non ancora entrato nell’orbita della rete che accomuna i 28 Comuni sardi sede di monumenti Unesco.
I fondi per la necropoli saranno iscritti in fase di assestamento di bilancio regionale su indicazione dell’assessorato alla Pubblica Istruzione, ma la disponibilità delle risorse potrebbe costituire un primo passo per avviare ragionamenti in prospettiva. Sull’apporto di un partner istituzionale come la Regione si è espresso il consigliere Peppino Canu rimarcando la portata dell’impegno finanziario e i possibili risvolti per il territorio. «Desidero esprimere un sentito ringraziamento all’assessora regionale alla Cultura per l’attenzione e la sensibilità dimostrate nei confronti dell’Alto Oristanese – ha commentato –. Gli importanti finanziamenti destinati alla valorizzazione dei beni archeologici del territorio rappresentano un segnale concreto di impegno per la tutela di un patrimonio di straordinario valore storico e identitario. Costituiscono anche – ha concluso Canu – un’opportunità significativa di crescita culturale e di sviluppo sostenibile per le comunità locali».
