La Nuova Sardegna

Chimica, è pressing sul governo

Gianni Bazzoni
Chimica, è pressing sul governo

I sindacati nazionali: si rispettino gli impegni sul salvataggio di Vinyls

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PORTO TORRES. Non ci sono formule magiche, senza l’Eni la chimica non può andare avanti. Da ieri le segreterie nazionali di Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil sono tornate in pressing sul Governo e, in particolare, sul ministero dello Sviluppo economico, per chiedere che vengano rispettate le intese raggiunte per il salvataggio di Vinyls Italia. Saltata la data della graduale ripresa delle produzioni (prevista per ieri), le prospettive per i lavoratori dello stabilimento di Porto Torres sono drammatiche: cassa integrazione e salario ridotto, tredicesima a rischio e nessuna speranza per il futuro. Un discorso che esteso al ciclo del cloro, in Sardegna, coinvolge direttamente anche i lavoratori di Assemini.

Lettera a Scajola.
I segretari nazionali dei chimici (Corveddu, Bianco e Santicchia) hanno scritto una lettera al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola e ai commissari straordinari di Vinyls per chiedere un intervento urgente affinchè «gli impegni vengano rispettati».

Fase delicata. E’ forse la fase più delicata da quando la vertenza ex Ineos è cominciata, tra promesse elettorali e accordi sbandierati e poi naufragati in laguna (vedi Sartor). C’è grande preoccupazione per quel che sta accadendo, e anche per le reazioni disperate dei lavoratori. Di fatto non c’è stata ancora la comunicazione ufficiale del rinvio della messa in marcia degli impianti, solo indicazioni informali.

Il ruolo del Governo. E’ fondamentale il ruolo del Governo. Il rinvio della ripresa delle produzioni non rispetta le dichiarazioni e gli impegni assunti al ministero dello Sviluppo e a quello del Lavoro (in occasione della sottoscrizione dell’accordo per la cigs). E le conseguenze ricadono esclusivamente sui lavoratori. Che senso hanno allora gli accordi se poi vengono puntualmente disattesi? E perchè il ministero dello Sviluppo economico, nonostante tutte le mediazioni e gli interventi ripetuti, non ha il controllo della situazione?

Il mistero.
C’è qualcosa che sfugge, forse anche ai sindacati. O magari non tutto è stato detto e perciò l’obiettivo è solo prendere tempo tirando fuori una scusa per volta. L’ultima è quella delle fideiussioni bancarie mai arrivate. Intanto l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, alla cerimonia per i 40 anni della partnership Eni-Gazprom, ha ribadito un concetto ormai chiaro a tutti: «La chimica del cloro è finita».

Verso la chiusura. Senza la filiera del cloro anche le produzioni del cracking di Polimeri Europa non hanno più significato. Porto Torres e Assemini sembrano già condannate, il viaggio è finito: l’etilene attualmente parte da Porto Torres per Assemini dove, con il cloro, diventa dicloroetano. Poi torna a Porto Torres per essere trasformato in vinilcloruro monomero che a sua volta varia in polivinilcloruro, ultimo anello di una catena che si vuole spezzare per sempre.

La Regione. Ha promesso «di non abbassare la guardia», ma il presidente Ugo Cappellacci ha dovuto fare i conti con la forza dell’Eni e i tentennamenti del Governo.
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