La Nuova Sardegna

L’allarme

Estate 2025, bagnini quasi introvabili: nell’isola sono 500 in meno

di Massimo Sechi
Estate 2025, bagnini quasi introvabili: nell’isola sono 500 in meno

Pascalis (Ssn):«La colpa è di un decreto del governo»

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Sassari Bagnini praticamente introvabili per questa stagione estiva. L’applicazione di un decreto governativo ha modificato le linee guida per ottenere il brevetto e consente ora solo agli allenatori di 2°e 3° livello Snaq di formare i futuri assistenti bagnanti. «Fino allo scorso anno riuscivamo a preparare circa 500 addetti al salvamento ogni stagione, nel 2025 siamo ancora fermi a zero», spiega Andrea Pascalis, referente regionale della Società Nazionale di Salvamento. «La qualifica richiesta dal decreto per rilasciare il brevetto è in possesso quasi esclusivamente da allenatori della Federazione Italiana Nuoto. Dal prossimo anno riusciremo forse a strutturarci per far ripartire i nostri corsi, ma per questa stagione la nostra banca dati non può mettere a disposizione nuovi operatori del salvamento». Il decreto aveva inizialmente escluso anche gli under 18 dalla possibilità di ottenere il brevetto. «Una percentuale molto alta di persone che svolgono questo ruolo ha dai 16 ai 18 anni. Nonostante dopo sia stata consentita una proroga, molti sono rimasti esclusi», precisa Pascalis. «In tanti ci stanno contattando alla ricerca di personale ma per quest'anno non possiamo intervenire». Alcuni gestori sono stati costretti a rivolgersi a società di recruiting, facendo arrivare bagnini da altre regioni come la Sicilia. C’è poi un altro elemento critico secondo Pascalis: «fino all'anno scorso il brevetto veniva rilasciato dalla Capitaneria, ora sarà l'allenatore stesso a dare il benestare al termine del percorso formativo». Un aspetto che solleva perplessità è l'approccio alla formazione. «Il salvamento non significa solo saper nuotare bene. Certo, è importante, ma chi svolge questo ruolo deve anche conoscere le ordinanze balneari e saper utilizzare i supporti a mare come pattini e moto d'acqua. Per un intervento a 200 metri dalla riva non si va certo a nuoto. Quindi le competenze natatorie sono fondamentali ma non esclusive, per questo non comprendiamo perché servano necessariamente istruttori che siano allenatori di nuoto».

Tra gli aspetti positivi, invece, Pascalis evidenzia che «finalmente per il rinnovo del brevetto sarà necessaria una prova in acqua e non più un semplice certificato medico». Danilo Russu, presidente del comitato Sardegna della Federazione Italiana Nuoto, ridimensiona il problema. «La carenza degli assistenti bagnanti c’era anche gli anni scorsi. Il decreto non ha creato un monopolio perché non esiste un vincolo che lega direttamente gli allenatori alla Fin». Russu difende la nuova normativa: «È vero che l'ente preposto per formare gli allenatori di nuoto è la federazione, ma questo significa che finalmente per rilasciare il brevetto si organizzerà un corso importante e non solo una formazione di pochi giorni come avveniva prima. Per un addetto al salvamento a mare sono richieste caratteristiche precise e i corsi non insegnano semplicemente a nuotare ma a soccorrere le persone. C'è un innalzamento della qualità nella formazione», sottolinea Russu, «elemento molto positivo per un ruolo così importante e delicato. Per quanto riguarda le criticità di quest'anno, è vero che c'è stato un calo dei brevetti, che per quanto ci riguarda è stato fino ad ora di circa il 30%, ma è legato principalmente all'esclusione dei sedicenni, su cui poi, almeno per quest'anno, si è fatto marcia indietro. E infine ha avuto un peso anche il fatto che ci si trova di fronte ad una nuova normativa che deve essere ancora ben digerita dai formatori».

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