La Nuova Sardegna

Sfrattata la corte d’appello

Sfrattata la corte d’appello

Contratto d’affitto scaduto, il Comune cerca una sede

29 gennaio 2010
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SASSARI. La corte d’appello cerca casa. Mentre in città si fa l’esegesi della risoluzione del Csm, che il 13 gennaio ha auspicato un’«attenta analisi» sul mantenimento della sezione distaccata, a Santa Maria si vivono problemi immobiliari.

Mentre da Roma arrivano voci rassicuranti circa il futuro della corte d’appello, nel complesso di Santa Maria le preoccupazioni degli addetti ai lavori sono di natura puramente pratica.

Prima dell’estate, infatti, il Comune ha ricevuto lo sfratto dagli uffici occupati dalla corte d’appello. Il Comune paga ogni anno quasi un milione di euro di affitto per lo stabile che però, ora, il Banco di Sardegna rivuole indietro. La lettera è partita alla scadenza naturale del contratto. A Santa Maria non sono ancora arrivati gli ufficiali giudiziari che, se mai venissero chiamati all’opera per far sgombrare le stanze, giocherebbero in casa visto che gli uffici dell’Unep sono ospitati al piano terreno insieme con quelli del Tribunale di sorveglianza. Per il momento, comunque, non c’è questo rischio. I padroni di casa hanno lasciato al Comune un ragionevole periodo di tempo per cercare una soluzione alternativa.
Ma sono trascorse la primavera, l’estate, l’autunno e il «caso Santa Maria» continua a tenere banco tra i tecnici del Comune incaricati di trovare una sede decorosa per l’importante ufficio giudiziario. L’ente locale ha coinvolto nella ricerca la dirigenza della corte d’appello e dell’avvocatura sassarese.

Il Comune ha contattato la società di consulenza Tholos che cura anche gli interessi immobiliari del Banco di Sardegna. Ma cercare casa per un ufficio giudiziario importante come la corte d’appello non è semplice. Oltre la sezione distaccata e la Procura generale, la sede ospiterà il tribunale di sorveglianza e l’Unep che a Santa Maria è costretto in spazi angusti.

Questa estate sarebbe stato escluso uno stabile nel Fosso della Noce, impraticabile per questioni logistiche (pare fosse inaccessibile ai cellulari della polizia penitenziaria). Più di recente è stata scartata un’altra soluzione. Ora sembra sia a un passo l’accordo per la sistemazione del complesso immobiliare che, in via Budapest, ospitò per anni gli uffici sassaresi della Telecom.

Gli addetti ai lavori sanno che questa soluzione, giudicata la più confortevole per gli operatori del diritto e per i cittadini, creerà nuovi problemi. Gli uffici giudiziari sono infatti sparsi nella città, con inevitabili disagi. Oltre la corte d’appello ci sono il tribunale, in via Roma; gli uffici del giudice di pace, in viale Umberto; il tribunale per i minorenni a Piandanna. È dai tempi della Consulta della giustizia, interessante laboratorio di idee per addetti ai lavori, che viene caldeggiata l’idea della «cittadella giudiziaria» con uffici accorpati in centro. Il progetto sta diventando realtà, ma nel senso che c’è un ufficio giudiziario in ogni angolo della città.
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