La Nuova Sardegna

Un cilindro di metallo ci salverà il cuore

Due anziani pazienti di 85 e 87 anni, ricoverati nel reparto di emodinamica dell’ospedale civile, sono stati sottoposti ai primi interventi effettuati in Sardegna di impianto di valvola aortica per via percutanea. "Al momento - hanno detto i medici del “Santissima Annunziata” - entrambi i pazienti stanno bene"

01 aprile 2010
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SASSARI. In futuro, si spera, l’operazione a cuore aperto sarà solo un ricordo. Per il momento, a Sassari, a due pazienti è stata sostituita la valvola aortica senza la necessità di incidere il torace e tagliare lo sterno ma inserendola con un catetere attraverso l’arteria femorale. Si tratta di una tecnica rivoluzionaria eseguita per la prima volta in Sardegna nel reparto di emodinamica dell’ospedale civile.

"Al momento - hanno detto i medici del “Santissima Annunziata” - i pazienti, di 85 e 87 anni, adesso ricoverati nel dipartimento cuore, stanno bene". Il nuovo metodo è stato presentato ieri mattina, alla presenza del commissario Paolo Manca, dal primario di Cardiologia e direttore del Dipartimento cuore Pierfranco Terrosu, dal primario di Cardiochirurgia Michele Portoghese e dal responsabile della Cardioanestesia Guglielmo Padua e va a sostituire, quando ci sono le indicazioni, ossia quando il paziente non potrebbe reggere un intervento a cuore aperto per patologie o per l’età avanzata, le tecniche tradizionali.

In sostanza la valvola aortica viene introdotta nel corpo attraverso un accesso femorale con notevoli benefici per il paziente, per il quale si riducono sia le ore di ricovero nella sezione di terapia intensiva che i giorni di degenza. La valvola aortica "percutanea" è una protesi che va a sostituire la valvola aortica difettosa (stenosi aortica). È fissata su un sostegno cilindrico costituito da un materiale chiamato Nitinol che diventa malleabile a basse temperature. Quando è posizionato, raggiungendo la temperatura ambiente si espande e diventa rigido, la vecchia valvola è messa “fuori uso” e la nuova, posizionata all’interno, immediatamente prende a funzionare.

"La valvola - ha spiegato il cardiochirurgo Michele Portoghese - è realizzata con un tessuto preso dal pericardio del vitello. È composta da 4 pezzi diversi assemblati e cuciti a mano su stent metallico. Al momento esistono due sole taglie, con un range di possibilità adattabile a certi tipi di anatomia". Lo specialista inoltre ha aggiunto che sopra i 70 anni circa il 18/20 per cento soffre di stenosi aortica, ma che non tutti i soggetti possono essere trattati con questa metodica.

Gli interventi sono stati realizzati lunedì scorso nelle sale operatorie di emodinamica e hanno visto al lavoro una équipe multidisciplinare formata da cardiochirurghi (il primario Michele Portoghese ed Enrico Coradduzza), cardiologi emodinamisti (Pierfranco Terrosu, Francesco Bilotta, Giuseppe Talanas, Rosanna Pes, Giuseppe Sabino e Alberto Delpini) e cardioanestesisti (il primario Guglielmo Padua e Daniela Sechi). Questo intervento mini invasivo effettuato ancora in pochi centri accreditati in tutta Italia, trova applicazione in modo particolare sui soggetti anziani che soffrono di stenosi aortica.

I cardiologi hanno colto l’occasione per dare alcuni dati sull’attività del reparto: nel 2009 sono state effettuate oltre 600 angioplastiche e 1400 cateterismi mentre Cardiochirurgia, nell’anno appena passato, ha visto crescere notevolmente la sua attività riducendo drasticamente le liste d’attesa. Soprattutto in Cardiologia restano i problemi di organico, visto che questo servizio di alto livello viene garantito grazie al lavoro pomeridiano non retribuito dei medici del reparto.
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