La Nuova Sardegna

CABRASFilm hard sui telefonini: condannato il cognato dell’attrice protagonista

Enrico Carta
CABRASFilm hard sui telefonini: condannato il cognato dell’attrice protagonista

Assolti in tre e un condannato per il privatissimo filmino hard di due fidanzati girato col telefonino e diventato di dominio pubblico dopo che i due si erano lasciati. L’unico a pagare sarà l’ex cognato: mille euro di multa e 27mila di danni

06 ottobre 2010
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CABRAS. Da sempre terra di film amatoriali, qualche anno fa Cabras si scoprì anche patria dei filmini a luci rosse. Uno in particolare destò l'attenzione degli abitanti del paese lagunare. Si disse che iniziò a girare attraverso i telefonini, che ci fossero copie di un dvd e che questo venisse proiettato negli schermi dei bar. E che ovviamente aveva come protagonisti alcune persone della vita cabrarese.

Erano cose vere solo in minima parte. Sicuramente il filmino fu girato e sicuramente i protagonisti erano di Cabras e si sono ritrovati in aula sui banchi contrapposti delle parti offese e degli imputati. Ed era vero che il filmino finì sui telefonini di numerose persone. Dei quattro imputati, però, uno solo è colpevole, in questa storia che avrebbe ispirato la fantasia di qualche Boccaccio in versione tecnologica.

Inizia tutto con un regista, conosciuto in paese, che trova l'ispirazione e gli attori per girare un filmino hard dal titolo non pubblicabile. Nei panni dei protagonisti o meglio tra i protagonisti senza panni ci sono due fidanzati. Tutto fila liscio e l'opera viene completata senza problemi. Questi nascono dopo che i due si lasciano e inizia a girare la voce che del film siano in possesso molte persone, in particolare attraverso i bluetooth dei telefonini.

Sembra una vendetta che sarebbe stata messa in atto dall'ex fidanzato e attore, in collaborazione col regista e col cognato dell'attrice ex fidanzata del primo, il quale avrebbe così voluto regolare dei conti col fratello che aveva sposato la protagonista e con il quale non correva buon sangue. Il quarto a finire sotto processo è un barista: si dice che sullo schermo del suo bar, al posto di un più classico Milan-Juventus, abbia trasmesso il film, per la gioia degli avventori.
Le accuse sono tante e alcune anche pesanti. Le esamina il tribunale di Cagliari, dove i quattro siedono sul banco degli imputati per diffamazione, cessione di sostanze stupefacenti (in una scena del film si fa finta di fumare una canna) e soprattutto perché la protagonista racconta che all'epoca delle riprese era ancora minorenne.

Le accuse cadono quasi tutte durante il rito abbreviato. L'ex fidanzato attore e il regista (difesi dagli avvocati Antonio Leoni e Daniela Meloni) vengono assolti e conseguentemente viene prosciolto il barista (difeso dall'avvocato Andrea Ballette). La condanna è una sola e se la becca il cognato (difeso dall'avvocato Roberto Martani) della protagonista: per lui pena pecuniaria di mille euro e risarcimento totale da 27mila euro alla parte civile rappresentata dagli avvocati Marisa Carrus e Giorgio Cuccu.
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