La Nuova Sardegna

Padri separati, figli contesi, è emergenza in Barbagia

Maria Giovanna Fossati
Il palazzo del tribunale di Nuoro
Il palazzo del tribunale di Nuoro

Matrimoni falliti, padri separati: un’emergenza sociale che colpisce anche la Barbagia. Un dramma che anche a Nuoro sono in tanti a vivere. Per questo l’associazione “Figli contesi” scende in campo nel capoluogo di provincia: bisogna dare una mano a chi vive grandissime prove di resistenza dopo la fine di un matrimonio

17 ottobre 2010
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NUORO. Il senso di vuoto, il dolore per la separazione dei figli, un vero e proprio lutto che mette in ginocchio psicologicamente ed economicamente. Un dramma che anche a Nuoro sono in tanti a vivere. Per questo l'associazione "Figli contesi" scende in campo nel capoluogo barbaricino: bisogna dare una mano a chi vive grandissime prove di resistenza dopo la fine di un matrimonio.

Anche nella provincia di Nuoro, dove un tempo era più facile contare sulla rete familiare e vivere di solidarietà, sono in tanti a lanciare l'sos all'associazione. Pochi giorni fa Giuseppe Cossu, esponente di "Figli contesi", ha bussato alla porta delle istituzioni della città e del territorio: chiedeva se potesse essere messo a disposizione dei padri che vivono questo dramma, un appartamento, una stanza, un tetto sotto cui tornare la sera.

«La realtà è drammatica anche in questa zona e ci sono dei padri che dormono in alloggi di convenienza senza fissa dimora - spiega Cossu -. Un altro alloggio è impossibile per molti padri già gravati di un mutuo per la casa di famiglia e delle spese di mantenimento per figli e moglie. A volte non si ha neppure un lavoro fisso».

Cossu ha provato a cercare una soluzione al problema con l'iniziativa "Padri in condominio" sperimentata in altre parte d'Italia quando è andato al Comune di Nuoro dove le risposte non sono state incoragginati: «Dopo un incontro con l'assessore ai Servizi sociali mi sono reso conto che il Comune non può aiutarci. Mi è stata spiegata la grave problematica degli alloggi in città e l'impotenza a venirci incontro. Io però non mi arrendo sto bussando in tutti i Comuni del territorio vicini al capoluogo. Anzi faccio un appello affinché se ci fosse anche un privato disposto a metterci a disposizione la casa, gli saremo enormemente grati».

Mario (il nome è di fantasia) è un nuorese che si è appena separato. Un'udienza dopo l'altra, lui sa già come andrà a finire. «Sarà la madre dei miei figli ad avere la meglio. Lei e i nostri bambini vivono nell'appartamento di nostra proprietà, io sono senza casa e sono ospite di parenti stretti, fanno a turno per ospitarmi». Impiegato statale, 45 anni 2 figli, uno stipendio da 1600 euro al mese. Ma tra mutuo e alimenti da corrispondere a moglie e figli, se ne vanno via subito: «Mi rimane il 30% dello stipendio, parliamo di 500 euro al mese.

Non avendo la possibilità di prendere in affitto casa non posso avere un mia vita né una genitorialità dignitosa. Non ho un posto dove portare i bambini e quando posso vederli sono ospiti come me in casa d'altri».

«Il trattamento legislativo - spiega Cossu - è apparentemente paritario nella forma, ma nella sostanza vengono da sempre usati due pesi e due misure, dove la figura materna viene anteposta a quella paterna. Lo scopo della nostra associazione è di "fare rumore", di far parlare del problema. Siamo solo una goccia nel mare ma vorremmo spazzare via l'indifferenza delle istituzioni».
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