La Nuova Sardegna

Anche Confindustria contro Cappellacci

Anche Confindustria contro Cappellacci

Putzu: si otterrà soltanto l'esborso di altro denaro pubblico

04 maggio 2011
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 CAGLIARI. La Confindustria non crede alla flotta sarda. Il presidente Massimo Putzu lo ha scritto in un comunicato che sa di condanna senza appello: «Adesso più che mai va evitato - si legge - che le soluzioni adottate in un'evidente condizioni di emergenza portino la Regione a percorrere strade che provocheranno soltanto l'esborso di risorse pubbliche, creando peraltro nuove entità economiche di cui non sentivamo certo il bisogno».  È questo il primo siluro lanciato da Confindustria contro la nascente Super-Saremar, che nel progetto della Giunta Cappellacci è destinata a essere rinforzata, ora le sue casse sono pressoché vuote, per gestire da giugno a settembre i suoi traghetti a prezzi concorrenziali.  Per Massimo Putzu «siamo invece alla vigilia di una scelta sbagliata», mentre le imprese avrebbero avuto necessità di «ben altre politiche sui trasporti». Quali? «Ci sarebbe stato bisogno e la richiesta è storicamente forte - scrive ancora Putzu - di strategie chiare e strutturali, fondate su valutazioni serie ed analisi trasparenti su piani industriali destinati a indicare in maniera inequivocabile gli eventuali costi per la collettività». Nessuna avventura è ammessa, sostengono dunque gli industriali, perché «anche il noleggio attraverso la Saremar - avverte Putzu - alla fine potrebbe avere persino un effetto boomerang sulla Sardegna se la compagnia marittima della Regione non sarà capace di assicurare efficienza e qualità nel servizio pari a quella degli attuali vettori marittimi privati».  Per la Confindustria, a questo punto, è arrivato invece il momento di guardare oltre l'emergenza: «Oggi l'amministrazione pubblica deve essere in grado di assicurare alle imprese politiche per il trasporto, marittimo e aereo, e la continuità territoriale attraverso non progetti frettolosi, ma interventi a medio-lungo periodo che devono essere ben studiati e approfonditi anche col coinvolgimento diretto dei diversi attori».  C'è poi la necessità, secondo gli industriali, che non si continui a parlare soltanto di passeggeri: «La politica deve essere capace anche di assicurare alle imprese la continuità territoriale delle merci per tutto l'anno e in condizioni di servizio stabili, il più possibile omogenee e a costi sostenibili. Per noi questo indispensabile se vogliano che la Sardegna esista ancora sul mercato». Non ci sono dubbi: la Confindustria, in questo momento, non sta dalla parte della Regione. È scettica e ha troppi dubbi per sostenere il progetto della flotta sarda. La chiusura è netta e lo è anche da parte delle Associazioni degli artigiani coordinate da Rete Imprese, che in comunicato dichiarano la loro perplessità per il progetto Saremar e aggiungono: «La Giunta avrebbe dovuto essere molto più vigile nel controllare l'andamento del trasporto in tutte le sue variabili e a quel punto sarebbe stata capace, con un intervento preventivo e tempestivo, di evitare gli effetti di una possibile crisi, per poi avviare subito azioni tese a salvaguardare sia il trasporto merci, sia quello passeggeri. Mentre adesso gli effetti sono scaricati soltanto sui consumatori finali».  Nel comunicato le associazioni artigiani non mancano di criticare neanche le compagnie di navigazione private: «Avrebbero dovuto sentire il dovere - si legge - di segnalare prima lo stato di crisi che adesso hanno denunciato. Se lo avessero fatto, Governo e Regione sarebbero potuti intervenire in anticipo e nessuno oggi potrebbe parlare di inaspettata impennata dei prezzi». (ua)

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