La Nuova Sardegna

Inchiesta sul G8, Zampolini patteggia undici mesi

Antioco Fois
Angelo Zampolini al centro insieme ai suoi avvocati
Angelo Zampolini al centro insieme ai suoi avvocati

I pm di Perugia chiudono la prima pagina dell’inchiesta su Grandi eventi e G8 alla Maddalena. L’architetto romano Pierluigi Zampolini ha patteggiato 11 mesi per favoreggiamento

20 maggio 2011
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PERUGIA. I pm di Perugia chiudono la prima pagina dell'inchiesta su Grandi eventi e G8 alla Maddalena. L'architetto romano Pierluigi Zampolini ha patteggiato davanti al giudice dell'udienza preliminare la condanna a 11 mesi (pena sospesa) per il reato di favoreggiamento. Accusa riqualificata dai pm di Perugia da quella iniziale di riciclaggio, relativa ad un giro di assegni e contanti al centro del quale la Procura di Perugia colloca l'imprenditore Diego Anemone.

Lo stesso flusso di denaro seguito dagli investigatori, che avevano puntato l'attenzione anche sulle figure dell'ex ministro Claudio Scajola e del generale delle Fiamme gialle, Francesco Pittorru. Soggetti che figurano nelle carte dell'inchiesta, di cui i pm perugini hanno inviato copia alla Procura di Roma, ma che non risulta siano mai stati indagati.

Tornando alla cronaca, l'architetto Angelo Zampolini, avrebbe favorito il costruttore romano Diego Anemone perché - come scrivono i pubblici ministeri Sergio Sottani, Alessia Traversi e Federico Centrone - pur non avendo concorso con Diego Anemone nel reato di corruzione di numerosi pubblici ufficiali (per il conseguimento di appalti pubblici in favore delle imprese gestite, formalmente e di fatto, dallo stesso Anemone), aiutava quest'ultimo ad assicurare il prezzo del reato di corruzione rendendosi disponibile ad effettuare cambio di contanti con assegni circolari.

Soldi, appunto, che secondo gli elementi d'indagine sarebbero serviti per l'acquisto degli appartamenti romani di Scajola e Pittorru. Vicenda, è bene ripeterlo, nell'ambito della quale non è stato accertato alcun reato.

La figura di Zampolini, in ogni modo, è emersa tra i progettisti per i lavori di ampliamento del Salaria sport Village nell'ambito del programma dei mondiali di nuoto a Roma, nel 2009.

Nei giorni scorsi, la Procura di Perugia aveva chiesto il rinvio a giudizio per lex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, limprenditore Diego Anemone, lex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, i funzionari Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis e altri 14 indagati nellinchiesta sul G8.

Secondo l'ipotesi della Procura, il sistema attribuito alla cricca sarebbe stato messo in atto anche per i lavori alla Maddalena, in vista del G8 del 2009 (poi trasferito a L'Aquila), finanziati con quasi 350 milioni erogati da Stato e Regione Sardegna.

Una vicenda che, secondo i pm che chiedono il processo per gli indagati nella vicenda, sarebbe stata caratterizzata da agevolazioni e scambi di favori per l'affidamento degli appalti per la riqualificazione dei complessi della Marina italiana. 

Per gli indagati, l'udienza preliminare inizierà il 15 giugno. Nei prossimi giorni sarà, invece, esaminata la richiesta di patteggiamento per rivelazione di segreto dufficio dell'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, e del figlio Camillo.

Tra le carte dell'inchiesta compaiono anche i nomi di Annika e Cristiano Sanna, due professionisti italo-finlandesi (ma di chiare origini sarde), titolari dello studio di pubblicità e marketing a Roma, citati negli atti d'indagine in relazione ad un altro giro di assegni. Sono quelli trovati a don Evaldo Biasini, ribattezzato don Bancomat dai cronisti.

Nel particolare, la 23enne col cognome sardo è ritenuta la firmataria di assegni per centinaia di migliaia di euro relativi ad affari che avrebbero Anemone e Della Giovampaola come protagonisti. A stabilire se si tratti di coincidenze o meno sarà la magistratura. Non quella di Perugia, a quanto pare, poiché i pm umbri non avrebbero mai indagato i due fratelli Sanna, ma avrebbero trasmesso tutti gli atti a Roma.
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