La Nuova Sardegna

Grande affluenza alle urne, il quorum è a un passo

Paolo Carletti
Grande affluenza alle urne, il quorum è a un passo

Si fanno concrete le speranze dei sostenitori dei referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. L'affluenza alle urne ieri è stata superiore al 41%, raggiungere il quorum è possibile visto che si vota anche oggi fino alle 15

13 giugno 2011
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ROMA. Nel pieno del "battiquorum", ma con un risultato che sembra avvicinarsi a grandi passi nella prima giornata di voto dei referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento. Alle 22 l'affluenza aveva sfondato il tetto del 40% (41,1%), rendendo probabile, oltre che possibile per oggi il raggiungimento dell'obiettivo del 50 per cento più uno degli elettori. I seggi infatti riapriranno questa mattina alle 7, fino alle 15, quando dalle urne uscirà il risultato finale. Ma già il parziale di ieri ha un significato eccezionale se si considera il poco tempo a disposizione per la campagna referendaria, a causa della battaglia giudiziaria ingaggiata dal governo Berlusconi per impedire la consultazione. E a questo va aggiunto il quasi totale oscuramento delle tv.

E così mentre i partiti di opposizione, i comitati, il composito ma compatto arcipelago ambientalista, incassavano ora dopo ora il consenso degli italiani, le frasi di Umberto Bossi sembravano certificare quella che per il governo Berlusconi, ma in particolare per il Pdl (la Lega Nord in parte si è sfilata dalla corsa all'astensionismo), sarebbe una seconda grave sconfitta politica dopo quella delle elezioni amministrative.

«Berlusconi ha perso la capacità di comunicare queste cose in televisione» ha detto il senatur intervenendo all'inaugurazione di una sede del Carroccio nel Novarese. «E' inutile andare a votare - ha aggiunto - anche se la gente bisognava informarla meglio». Poi Bossi si è lasciato scappare che comunque sarebbe stato meglio «non raggiungere il quorum» perché i referendum sono «inutili». Insomma sembra voler usare bastone e carota con il suo alleato, ma è chiaro che il raggiungimento del quorum, a portata di mano, sarebbe un nuovo brutto colpo per il governo.

Guardando nei dettagli i dati dell'affluenza nelle città capoluogo, è evidente la grande partecipazione che si è registrata al Centro-Nord, più bassa invece al Sud. Alle 22 Firenze (50,7%), Bologna (51,1%) e Trento (50,8%) avevano già oltrepassato il quorum, seguite da Roma (46,2%), Torino (45,7%), Milano (40,5%). Più bassa a Napoli con il 33,3%, capoluogo che fa registrare la più bassa affluenza. A Napoli si sono verificati problemi tecnici al Centro elaborazione dati del Comune che hanno comportato rallentamenti e anche lo stop del rilascio di certificati elettorali e duplicati.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha votato ieri mattina nel rione Monti a Roma accolto dal saluto di numerosi cittadini. Qualche polemica con i Verdi protagonisti. Il presidente Bonelli ha denunciato seggi fantasma a Ostia, litorale romano, dove circa 6mila cittadini non erano stati informati dello spostamento delle sezioni dove avrebbero dovuto votare. Mentre ha provocato polemiche l'iniziativa dei Verdi sulle spiagge napoletane, dove gli attivisti hanno invitato i bagnanti ad andare a votare con megafoni, cartelli e volantini.

Quorum comunque che appare vicino, aldilà di polemiche e schermaglie politiche. E del resto già alle 12, l'affluenza era stata dell'11,6%, facendo crescere la fiducia dei comitati referendari e dei partiti di opposizione, ottimismo rafforzato dai precedenti. In passato infatti, quando la prima rivelazione dell'affluenza alle urne è stata in doppia cifra (sopra il 10%), si è sempre raggiunto il quorum. E' accaduto così nel 1974 al referendum sul divorzio (17,9%), bissato quattro anni dopo (1978) con il referendum sul finanziamento pubblico dei partiti (12,6%). Quorum ampiamente raggiunto anche nella consultazione sull'aborto (10,8%) nel 1981, e nel 1985 e 2006 su scala mobile e legge di modifica alla Costituzione.

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