La Nuova Sardegna

La chimica verde nasce da «Matrica»

Gianni Bazzoni
La chimica verde nasce da «Matrica»

Porto Torres, il nome della matrice dello yogurt per la società tra Eni e Novamont

14 giugno 2011
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MILANO. Nome gallurese e sede a Porto Torres per la joint venture tra Eni e Novamont che traccia una nuova era per la chimica italiana e candida il vecchio petrolchimico turritano a diventare il polo verde più grande d'Europa. La società si chiama «Matrica», che in dialetto significa «mamma», insomma la matrice da cui si sviluppa e prende forma lo yogurt. Ambientata nel Sassarese sarebbe madrigga, la base da cui nasce il mizzuraddu, miciuratu in gallurese.

Forse non è un caso se gli amministratori delegati di Polimeri Europa e di Novamont, Daniele Ferrari e Catia Bastioli, hanno scelto un prodotto alimentare «creativo» come denominazione della società costituita ufficialmente ieri a Milano. «Solo per questioni pratiche ora ha sede qui a San Donato Milanese - ha detto Daniele Ferrari - ma presto, come oggi ha auspicato anche il presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci, sarà trasferita a Porto Torres. Come è giusto che sia: è lì che nasce il progetto, è lì che si svilupperà e produrrà effetti positivi».

Già da oggi i due amministratori delegati con i loro collaboratori saranno a Sassari per gli incontri esecutivi con gli enti locali: si comincia con il presidente della Provincia Alessandra Giudici e poi, a seguire con i sindaci del territorio. L'obiettivo è non perdere tempo prezioso e fare in modo che le autorizzazioni - sono di competenza del governo, ma anche di Regione, Provincia e Comuni - vengano rilasciate nel rispetto delle scadenze preventivate.

La nuova joint venture è paritetica (50 e 50 tra Polimeri Europa, la prima azienda chimica italiana controllata da Eni, e Novamont, società leader mondiale nel mercato delle plastiche biodegradabili) e avrà come presidente Daniele Ferrari, mentre l'amministratore delegato sarà Catia Bastioli. Già individuato il mercato operativo: il target sarà quello dei biochemicals (bio-intermedi, bio-plastiche, bio-lubrificanti e bio-additivi). Nel corso dell'incontro con i giornalisti, nel palazzo al quindicesimo piano di San Donato Milanese, i due dirigenti di Polimeri e Novamont hanno sottolineato che - sulla base del rapporto di Lux Research, pubblicato nel settembre 2010 - il settore crescerà del 17,7 per cento l'anno, fino a raggiungere 8,1 milioni di tonnellate nel 2015.

Novamont contribuirà alla joint venture fornendo tecnologie e il proprio know how di ricerca e innovazione tecnologica nella chimica verde, mentre Polimeri Europa metterà in campo le proprie esperienze come capacità progettuali e commerciali nella realizzazione e gestione di grandi insediamenti industriali.

Il Polo verde di Porto Torres sarà uno dei più importanti del settore a livello mondiale, grazie al carattere innovativo delle produzioni, all'integrazione della catena produttiva e alle sue dimensioni, con una capacità complessiva installata di 350mila tonnellate all'anno di bioprodotto.

Daniele Ferrari e Catia Bastioli hanno parlato di «scommessa da giocare tutti insieme» e non hanno nascosto l'ipotesi che, alla fine, i numeri del progetto potranno essere ben superiori (in termini di crescita) rispetto a quelli indicati finora. Il piano si propone di «influenzare positivamente l'intera industria chimica nazionale, avviando un percorso virtuoso basato sull'innovazione tecnologica e sulla sostenibilità, con importanti ricadute occupazionali». E uno degli aspetti centrali sarà «l'integrazione di filiera con lo sviluppo in loco delle colture agricole, in sinergia con le produzioni alimentari». Proprio rispetto all'occupazione, l'amministratore delegato di Polimeri Europa (è stato nominato da pochi mesi) ha confermato l'impegno a salvaguardare i livelli attuali e incrementarli di pari passo con l'attuazione del progetto.

«Nessuno resterà fuori - ha detto Daniele Ferrari - da mesi c'è un gruppo che studia nei dettagli la fase di transizione e i modi per affrontarla senza danni». E un discorso chiaro è stato fatto anche per l'indotto: «Sappiamo quanto è importante - ha detto il dirigenti di Polimeri - e gli amministratori locali e i sindacati ci hanno pressato su questo aspetto che noi condividiamo. La nostra attenzione sarà rivolta a privilegiare il coinvolgimento delle imprese sarde, e quindi delle maestranze, anche nelle operazioni di bonifica. Il 22 giugno saremo a Cagliari al tavolo di monitoraggio covocato dal presidente della Regione Sardegna».

Polimeri Europa convertirà le produzioni di Porto Torres, passando dai tradizionali monomeri e polimeri petrolchimici a monomeri e polimeri «bio»: tutti gli impianti di petrolchimica tradizionale, fatta eccezione per le gomme nitriliche Nbr, sospenderanno inizialmente le attività e saranno definitivamente chiusi «contestualmente all'avvio delle prime operazioni di realizzazione del complesso di chimica verde».

I sette nuovi impianti saranno costruiti in tre fasi, e il primo dovrà entrare in produzione già nel 2013. L'intero progetto dovrà andare a regime entro il 2016. Impossibile «salvare» i vecchi impianti chimici, i nuovi insediamenti con brevetto Novamont saranno tutti costruiti ex novo. Confermata anche la realizzazione del Centro ricerche (potrebbe muovere i primi passi a settembre), in collegamento con i Centri ricerche di Novamont e Polimeri Europa, e con le Università sarde, che garantirà «sviluppo e innovazione continui di prodotti e processi, anche in sinergia con istituti nazionali e internazionali di primario livello». I prodotti non saranno soltanto biodegradabili, ma anche prevalentemente ottenuti da lavorazioni con materie prime rinnovabili. Non è escluso che le attività possano poi essere esportate anche in altre realtà.

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