La Nuova Sardegna

Rapina sventata con un «rimbrotto»

Giovanni Bua
Salvatore Piquereddu. A sinistra la tabaccheria di via Oggiano (Gualà)
Salvatore Piquereddu. A sinistra la tabaccheria di via Oggiano (Gualà)

Il tabaccaio risponde con toni duri e il giovane armato scappa via

02 ottobre 2011
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NUORO. «Meda b'asa a tinn'andare? Molto ti manca ad andartene?» Con questa frase ieri mattina poco dopo le dieci il titolare del tabacchino in via Oggiano ha messo in fuga un rapinatore. Che si era presentato con pistola spianata dentro il suo negozio. E che, registrata la poco amichevole reazione, ha girato i tacchi ed è fuggito. Tutto nel cuore del quartiere Nuraghe, nella prima periferia della città. A raccontare gli avvenimenti il protagionista, Salvatore Piquereddu, 60 anni di Nuoro. «Erano circa le dieci del mattino - ricorda - e un ragazzo, vent'anni al massimo, vestito in fustagno e con in faccia un passamontagna di quelli da caccia, è entrato nel tabacchino. Io ero con mia nipote, che mi aiuta insieme al marito. Mi ha puntato una pistola in faccia. Io di pistole me ne intendo. Ed era vera. Mi ha detto di dargli i soldi. Mia nipote era terrea. Ma io, non so perché, non mi sono spaventato. E ho detto la prima cosa che i è passata in testa Meda b'asa a tinn'andare? Ha girato i tacchi ed è andato via. Poi ho chiamato i carabineri, purtoppo non ho visto dove è scappato o se qualcuno lo stava aspettando. Era un ragazzino, ma quella pistola era vera». Immediato l'intervento dei militari e dell'antirapine della polizia che raccolgono la denuncia e battono palmo a palmo la zona. Ma, per ora, senza esito. Non è la prima volta che in città si assiste ad episodi di questo genere. Spesso sull'onda dell'adrenalina, e quasi sempre per la scarsa credibilità del rapinatore, sono sempre più le vittime che reagiscono. Atteggiamento assolutamente sconsigliato dalle forze dell'ordine, ma che crea, quando tutto finisce bene, esiti decisamente esilaranti. Due le più famose (e ultra cliccate su Youtube). Una è «la telefonata antirapina» di un cassiere della Dico di via Zara a Nuoro. Talmente preso dalla sua chiaccherata al cellulare da snobbare per due volte un rapinatore che, pistola (giocattolo) in pugno gli intimava di consegnare l'incasso. Rapinatore che alla fine si perde d'animo e lascia il market con le pive nel sacco. L'esilarante scena (successa a metà maggio del 2010 verso le 19.30) viene ripresa dalla telecamera interna del market. Finisce in rete, e rimbalza su tutti i siti nazionali. Come il nitidissimo (e cliccatissimo) filmato del rapinatore massacrato del "novembre del 2009" nella tabaccheria di via Torres. Un uomo mascherato che entra con la pistola in pugno e nel giro di pochi secondi viene aggredito da un parente della titolare, dalla stessa titolare e della cognata che gli strappano l'arma (giocattolo) e lo prendono a pungi, calci e bastonate inseguendolo in strada. E, a proposito di ruoli invertiti, non si può non citare la fallita rapina alle Poste di Orune del 22 agosto 2009. Con un baby rapinatore pestato dal direttore della filiale. Che fugge a gambe levate lasciando sul pavimento (pieno del suo sangue) occhiali, cappello, pistola e busta di plastica con dentro i cinquanta euro arraffati. Surreale infine la tentata rapina al supermercato Sigma di via Tempio a Nuoro del 10 maggio 2009. Con due rapinatori con pistole e passamontagna che tentano di lanciarsi dentro il market poco dopo la chiusura. Tentativo fallito: le ante scorrevoli dell'ingresso erano infatti già state disattivate dai dipendenti, che si trovavano all'interno per fare gli ultimi conti. E i due rapinatori infrangono la loro foga (e la loro faccia) su una porta chiusa. Il tutto immortalato da una telecamera di sicurezza che registra l'esilarante fallimento.

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