La Nuova Sardegna

A Olbia tutti pazzi per la Mariglia

Luca Rojch
Per partecipare alla gara basterà iscriversi on-line entro il 30 novembre
Per partecipare alla gara basterà iscriversi on-line entro il 30 novembre

È subito boom di iscritti al campionato regionale

07 ottobre 2011
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OLBIA. I grandi campioni hanno i capelli d'argento, lo sguardo di ghiaccio e le dita di velluto. Mani abili che scivolano sulle carte, carisma da leader e cervello rapido che meglio di un computer tiene a mente migliaia di numeri. Mostri sacri di surf cerebrale, capaci di navigare a memoria tra sequenze di segni, punteggi, semi. Roba da matematici. Sono i fanatici della Mariglia. Un po' fieri custodi di un orgoglio autoctono, si gioca solo in Sardegna e da 400 anni. Un po' depositari di un rito per iniziati. Tantissimi gli adepti, si racconta che anche Enrico Berlinguer non rinunciasse a una mano di Mariglia. Guardano con indulgenza gli spacconi da tavolo verde, i dopati del poker.

I fanatici del Texas hold'em. Loro custodiscono i segreti della Mariglia. Non solo un gioco di carte, ma un'arte matematica. Risposta sarda al Bridge, rivincita autarchica all'artificioso Texas hold'em, la Mariglia continua a conservare il suo fascino. Tanto da farci ora il primo campionato sardo. Tutto codificato, certificato. Regole e moduli per l'iscrizione si possono trovare on line. Nel sito www.mariglia.it. A dare gambe all'iniziativa messa sul tavolo da un manipolo di maniaci della Mariglia è Mauro Orrù. Giornalista, conduttore, show man e da oggi anche un gradino più vicino al mago Silvan.

«Non è stato complicato - spiega Orrù -, abbiamo solo codificato le regole della Mariglia che tutti conosciamo. Non tutti lo sanno ma si gioca solo in Sardegna ed è molto diffuso nel nord e al centro. Abbiamo fatto uno studio e abbiamo scoperto che non è mai stato fatto un campionato sardo. Abbiamo buttato giù il regolamento e aperto le iscrizioni. Bastano 30 euro a coppia per iscriversi. Le regole sono le stesse per tutti. Abbiamo il desiderio di utilizzare le carte sarde per giocare, anche se so che le genovesi sono molto diffuse». L'organizzazione ha codificato le regole non scritte del più grande gioco di massa dell'isola. Gli ha dato una veste scientifica. «Il campionato si giocherà in città nel weekend dell'Immacolata dal 9 all'11 dicembre - spiega Orru -. Si svolgerà all'interno dell'hotel Mercure. Per iscriversi basta entrare nel sito www.mariglia.it e seguire le istruzioni. Abbiamo cercato di coinvolgere anche i circoli dei sardi nel mondo e abbiamo avuto una buona risposta. In realtà a Mariglia si gioca un po' in ogni parte della Sardegna. Ma nessuno ha mai codificato le regole. C'è una sola pubblicazione, del sassarese Nino Accardo. Lui è scomparso, ma siamo riusciti a metterci in contatto con il figlio Aldo che sarà giudice del torneo». Sarebbe semplicistico archiviare la Mariglia tra i giochi di carte, attività impalpabile per alleggerire l'esistenza di menti intonse. «Uno dei più grandi giocatori di Mariglia è stato Enrico Berlinguer - conclude Orrù -. E forse la forza di questo gioco è di essere un livellatore sociale. Trovi in coppia l'ingegnere e il ferroviere, il professore e il muratore. Abbatte le barriere sociali».

Lo scanzonato slang da smazzatori nasconde l'origine nobile del gioco. Risale al 1600 e a portarlo nell'isola sono stati gli spagnoli. Ancora oggi è il gioco più diffuso in Sardegna. Un sapore antico. Le palestre sono i bar con le sedie di plastica intrecciata e i tavoli di fòrmica in cui la coca cola non è mai arrivata. Al bancone servono solo vino e birra, l'aria è intrisa di Toscano e Nazionali, la luce al neon ronza sopra le teste dei campioni. Zone franche di vita analogica. Palestre lontane anni luce dai tavoli virtuali dei balocchi digitali. Delle bische on line, dalle competizione di poker sportivo. I custodi dell'ortodossia della Mariglia sanno che sono mode, passeranno come gli altri giochi di carte. Reali o virtuali. Perchè loro sono gli scienziati della Mariglia. Coccolano le regine, caricano i bastoni, scaricano i frilli, calano i trionfi. Il loro non è un semplice gioco di carte è un rito matematico fatto di codici, gesti, intese. Si contano le carte. Si attende il momento perfetto. E meglio del mago Silvan, simsalabim, si cala il gioco di prestigio che manda ko la coppia avversaria.

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