La Nuova Sardegna

Oristano, sacerdote sotto processo: "Io vittima innocente"

Oristano, sacerdote sotto processo: "Io vittima innocente"

Giro di nigeriane e molestie, il fondatore della comunità "Il Samaritano" si difende in aula

07 ottobre 2011
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ORISTANO. Don Giovanni Usai, il fondatore della Comunità il Samaritano di Arborea sotto processo con l'accusa di aver tollerato e favorito la prostituzione di alcune ospiti nigeriane e di aver estorto ad una di loro una prestazione sessuale, ha proclamato la sua innocenza in aula attraverso un dichiarazione spontanea nella quale ha puntato il dito contro il pm e gli inquirenti per come sono stati trattati lui e la sua Comunità.

"In tutta lealtà e onestà dichiaro che non ho commesso i fatti che mi vengono attribuiti e ancora oggi non capisco perché mi siano state rivolte queste accuse", ha esordito il sacerdote sottolineando come dagli atti e dalle testimonianze abbia colto "la sofferenza di chi è stato insistentemente chiamato a dare informazioni negative su di me". Il Samaritano, ha poi ricordato, è stato fondato nel 1983 su sollecitazione del presidente del Tribunale di Sorveglianza di Cagliari e di un pm: da allora, nella Comunità sono passati centinaia di detenuti ed ex detenuti molti dei quali si sono rifatti una vita tornando nella società. "Ho voluto bene a loro, li ho sempre aiutati anche privandomi di tutte le mie risorse materiali", ha detto ancora il sacerdote il quale ha "il dubbio non infondato che qualcuno voglia far morire questa Comunità, che è stata offesa, screditata, vilipesa e oltraggiata".

Critiche a tutto campo contro il magistrato e i carabinieri impegnati nelle indagini (un lavoro continuo "alla ricerca insistente di accuse contro di me" e per "screditare" la Comunità), ma anche contro il Tribunale del riesame ("mi è stata negata la scarcerazione sulla base delle dichiarazioni di un soggetto che si spacciava per medico senza esserlo"). La verità, ha concluso il sacerdote, è che "sono vittima di una situazione paradossale".
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