La Nuova Sardegna

L’azienda non si presenta al vertice convocato dal prefetto: 18 operai restano senza stipendio

Tecnochem, un futuro nerissimo

Erminio Ariu
Sempre più in alto mare la vertenza dei lavoratori Tecnochem
Sempre più in alto mare la vertenza dei lavoratori Tecnochem

Spiraglio per i lavoratori Carbosulcis «privati» della cassa integrazione

08 ottobre 2011
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 IGLESIAS. Una buona notizia e l'altra meno dagli incontri in prefettura per due casi spinosi che riguardano l'industria del Sulcis. Per i lavoratori della Carbosulcis ai quali l'Inps non paga la cassa integrazione a causa di un cavillo burocratico, sarà inviata una nota al ministero del Lavoro: la speranza è di sbloccare cxosì il pagamento dell'assegno sociale. Nulla di fatto invece per la Tecnochem, con 18 lavorarori che non vedono lo stipendio da tre mesi: l'azienda non si è presentata all'incontro e si è deciso di attendere una nuova convocazione. Ma non ci sono molte speranze.   Neppure il prefetto di Cagliari è dunque riuscito a convocare i dirigenti dello stabilimento Tecnochem di Iglesias, da due settimane presidiato dai dipendenti rimasti da tre mesi senza stipendio. Il sindacato, nel tentativo di sbloccare una vertenza legata esclusivamente al mancato rispetto del diritto dei lavoratori ad avere ogni fine mese la busta paga, aveva chiesto nei giorni scorsi l'intermediazione del rappresentante del Governo. Ieri mattina l'azienda non si è presentata e l'incontro è saltato, peggiorando ulteriormente la situazione economica dei lavoratori e delle loro famiglie. Si va avanti insomma in dispregio di ogni regola e dei rapporti tra dipendente e datore di lavoro. Si dovrà attendere una nuova convocazione, anche se dalla parte dell'azienda non s'intravedono segni incoraggianti. Ai 18 operai viene negata anche la consegna del documento che attesta il ricorso alla cassa integrazione. Con questo documento gli istituti di credito potrebbero almeno bloccare le procedure di recupero delle rate del mutuo sulla casa che molti dipendenti della Tecnochem hanno accesso da tempo.  Qualche spiraglio, invece, si registra nella vertenza dei minatori della Carbosulcis che nei mesi scorsi hanno avuto il torto di passare dalle liste di mobilità a quelle dei pensionati. L'Inps, dopo aver accolto le domande dei lavoratori, ha dovuto rifiutare il pagamento delle pensioni dopo l'entrata in vigore delle nuove disposizioni di legge sulle pensioni. In questo modo una trentina di minatori, già considerati in pensione, hanno ricevuto una lettera dall'Inps che interrompeva il pagamento della pensione per la mancanza dei requisiti. Una decisione che ha lasciato nel limbo i minatori, facendo presagire il danno oltre la beffa: al momento non sono più dipendenti di Carbosulcis e non sono neppure da considerare in lista di mobilità. Ieri mattina in prefettura, i rappresentanti sindacali hanno esposto al prefetto i danni prodotti ai minatori da un provvedimento legislativo che non ha tenuto, in alcun conto, accordi precedenti e la posizione di operai in lista di mobilità. L'Inps, presente all'incontro con un funzionario, ha chiesto al sindacato l'invio di una nota che sarà dirottata al ministero del lavoro e della previdenza sociale.
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