Musica popolare sarda, debutta «Lumeras», collana discografica prodotta da SArd
I nuovi suoni della memoria
Walter Porcedda
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Unimmagine di Ivan Pili autore dellalbum «Novas modas» in una foto di Lorenzo Bellu Esordio di classe con «Novas nodas» dell'organettista Ivan Pili
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È una sensazione di festa e orgoglio. L'esordio del disco «Novas nodas» dell'organettista Ivan Pili, sin dal primo ascolto potrebbe conquistare egualmente filologi e profani. È un «Arepicu», una particolare forma di suonata per ballo eseguita dai campanili nelle chiese della Sardegna del Sud. «Ballu e praza e'cresia» o «ball'e missa» al suono e al ritmo delle campane per un giorno di festa qui riletta in modo assolutamente originale. Una musica che prende immediatamente per il ritmo e l'energia che sprigiona. Come il successivo, travolgente, «Passos Torraos», ossia un "ballu seriu", originario di Mamoiada di vistosa eleganza. Fluido e ritmato nell'esecuzione, ricco di colore per l'espressività e il calore che sprigiona. Sono due biglietti da visita di un album ricco di idee, frutto di un progetto di ricerca che fa ben sperare per la musica popolare sarda contemporanea. Perchè questo è un disco che echeggia i fasti e le glorie di un passato ricco di storia, eppure allo stesso tempo "suona" attuale e figlio del nostro tempo. E non è certo la giovane età del musicista, Ivan Pili. Giovane ma assolutamente rigoroso nelle esecuzioni, ottimo allievo di maestri antichi, quanto capace di innovare. Piccole ma determinanti stille di novità che fanno respirare la musica, dandole una rassicurante aria di freschezza. Tradizione in movimento, così si potrebbe definire il cuore concettuale di questo album registrato in diverse città (da Cagliari a Potenza a Dublino), figlio cioè di un'anima vagabonda di chi porta in giro per il mondo una musica per niente minoritaria e anzi, amatissima. Fonte non solo di identità ma anche di innovazione. Sono questi in fondo gli stessi concetti guida di «Lumeras», cioè "Luci", la nuova collana curata da Ottavio Nieddu e varata dall'etichetta S'Ard (distribuzione nazionale Egea) diretta da Michele Palmas. Musica popolare per i nostri giorni riletta e proposta in progetti originali con musicisti provenienti dall'area tradizionale ma che guardano al futuro. Com'è appunto il caso di Pili e del suo disco, primo episodio della collana che nelle intenzioni dell'etichetta è quella di produrre due o tre album originali all'anno. Sarebbe sicuramente un buon luogo di incontro e nuovo punto di riferimento per la musica della nostra terra, una regione dove incredibilmente le tradizioni hanno continuato a resistere nel tempo testimoniando negli anni un'attitudine alla contemporaneità straordinaria. Lontana cioè da rimaneggiamenti e operazioni folcloristiche che, pur presenti, non sono riuscite a sommergere e affondare l'orgoglio creativo dei nostri migliori musicisti. Com'è il caso di Ivan Pili, alfiere di una storia culturale ancorata nella tradizione, ma che guarda al confronto. Sono in totale nove tracce da ascoltare con attenzione, bellissime di suggestioni. Inglobano il canto a tenores con le partecipazioni efficaci del coro Murales di Orgosolo in un magnifico «Durdurino» e un sontuoso «Vardeina». Rileggono il suono delle launeddas (strumento assente dal disco) in classici contemporanei come il capolavoro «Prioriseddas» del maestro Dionigi Burranca. E poi ovviamente c'è lo stesso Pili, mago di suoni e virtuoso della tastiera tra «Ballus Brincadu», «Danza ittiresa», «Sa Campidanesa» e l'ultimo, originale «Duos Passos», un compedio poetico e invitante di passi a due, "dillu", "ballu zoppu", "bicchiri","indassa"...