La Nuova Sardegna

Barricate in Gallura: «Non accetteremo l'ennesimo scippo»

Giampiero Cocco
L’ingresso della Procura nel tribunale di Tempio In basso un processo a Macomer
L’ingresso della Procura nel tribunale di Tempio In basso un processo a Macomer

20 ottobre 2011
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 TEMPIO. I tempi sono risicati, e la parola accorpamento, associata ai tagli nel pianeta giustizia previsti da una legge delega inserita nella finanziaria di ferragosto, terrorizza la Gallura. Per salvare il giudice si sono già mossi in tanti: i sindaci, la chiesa, le organizzazioni di categoria, i sindacati.  «Faremo le barricate, non accetteremo l'ennesimo scippo al territorio - dicono all'unisono i sindaci di Tempio, Olbia e La Maddalena, i tre centri del nord Sardegna sede di un palazzo di giustizia - che ha già perso uffici finanziari, di previdenza, migliaia di posti di lavoro, aziende e servizi, dov'è carente l'apparato di sicurezza, manca la questura, gli uffici del prefetto». Parole al vento. Lo Stato è in bancarotta e per risanare il debito in profondo rosso ha deciso di tagliare su un diritto essenziale e indispensabile alle popolazioni e alla sua crescita. La Giustizia, per l'appunto. La legge 148/11 che delega alla commissione ministeriale (già al lavoro) di accorpare, entro la data del 30 giugno 2012, Procure e tribunali minori e chiudere a doppia mandata le sedi staccate e i giudici di pace, non lascia dormire sonni tranquilli agli amministratori galluresi, che sentono sul collo il freddo e inquietante filo di una mannaia che potrebbe tagliare non soltanto la testa, ma le gambe e lo sviluppo di un territorio già fortemente penalizzato dalla crisi economica. La Gallura soffre, e con essa la sua popolazione: 190 mila anime residenti (oltre ad altre cinquantamila presenze non registrate, in rappresentanza di 75 etnie) e un tessuto socio-economico in debito di ossigeno e prossimo al tracollo. Il vescovo di Tempio e Ampurias, Sebastiano Sanguinetti, ha già fatto sapere, a chiare lettere, da che parte si è schierata la chiesa. «A fianco della popolazione, che chiede lavoro, sanità, giustizia».  Lunedì scorso si sono dati appuntamento a Tempio i sindaci della Gallura, i parlamentari (non tutti) del territorio, i rappresentanti della camera penale e del consiglio dell'Ordine. Un dibattito che ha gettato le basi per le barricate che saranno erette contro l'ennesimo scippo governativo. «Non possono chiudere nulla, ma soltanto potenziare», ha detto il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, affiancato in questa battaglia da Romeo Frediani, sindaco di Tempio e Angelo Comiti, sindaco della Maddalena. Il tempo stringe, e poco incide il rassicurante ottimismo berlusconiano espresso dal presidente della provincia Fedele Sanciu - senatore Pdl e firmatario della legge finanziaria - che vede nei tagli «una crescita per il territorio, con l'accorpamento di nuovi comuni nella futura circoscrizione giudiziaria». La Regione è assente. «Bisogna far presto, far sentire la voce della Gallura nelle stanze romane», grida da mesi l'avvocato Domenico Putzolu, presidente della camera penale. Uno dei pochi che ha capito che la mannaia sta per calare.  

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