Dai romanzi ai fornelli Tutti i gusti e gli aromi della letteratura sarda
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Un particolare della copertina di «Il gusto della letteratura in Sardegna», viaggio tra gli usi e i luoghi del mangiare raccontati nei libri 4 MINUTI DI LETTURA
Dal volume «Il gusto della letteratura in Sardegna» (Cuec, 99 pagine 9 euro) pubblichiamo il racconto dello scrittore sassarese Nello Rubattu. di Nello Rubattu E quindi ora sei sicura, si tratta di corna e alla grande. Corna da parte di tuo marito con quella specie di shampista di Mirella! Quel resto di commodo famosa nel quartiere perché per risparmiare se la profuma con acqua di colonia comprata dai cinesi. No, Luisé, lascia perdere, non te la mettere a piangere, perché a noi donne, con gli uomini, queste cose capitano a buttatura. Dobbiamo sempre aspettarcele. Come il vino da tredici quando ti dicono che è di propietà. Non ti dico con mio marito quando eravamo giovani! Inizialmente per mantenere la pace in famiglia pensavo fosse meglio abbozzare. Mi immaginavo che dopo qualche botta a quella incalorita di Adelina gli sarebbe passata. Invece, sono dovuta intervenire. Non ti elenco le spalettate di giustificazioni da commodo che mi sono dovuta carrare: «Ma ti sbagli, Assù - mi diceva - ma chi può averti messo in testa fesserie del genere? Se ti dico che è no è no. Io sono uno che se dice una cosa è quella! Te lo giuro su mia madre, corna non ne ho mai messo a nessuno!». Una mimmura da non credere. Allora per non fare la parte della scimpra gli ho riportato un paio di cosette che l'hanno colpito e affondato. Al primo momento c'è rimasto male, poi ha cominciato con le solite mezze ammissioni: «Forse hai ragione... in parte è vero... ma quella me l'ha messa praticamente in mano... e io a quel punto cosa dovevo fare?». Io con santa pazienza me lo sono ascoltato, per poi alla fine sottolineargli chiaro e tondo che adesso toccava a me a pareggiare e quindi a perdonare ma mi spettava un giro di giostra premio, da spendere a mio piacere e con chi volevo... Tu, invece, non vuoi pareggiare?... Sei sicura? Beh, allora non ti rimane che fargliela capire. Come? O per quello è facile, perché gli uomini sono sensibili soprattutto a due cose: all'arravanamento sessuale e al mangiare. E in quanto a mangiare, se permetti, hai di fronte una specialista. Perciò, al tuo Luigino bello, gli devi solo presentare il piatto giusto che chiarisca i tuoi percome. Conosci i granelli? Sì, brava. Ora non devi fare altro che seguire la mia ricetta. Prima cosa vai dal macellaio e te ne fai mettere da parte due belli maturi, vanno bene tutti, ma nel nostro caso è meglio che siano di maiale. Li pulisci e li tagli a fette alte quanto il tuo dito mignolo; quindi li metti a serenare per una notte in frigo e in abbondante vino bianco, foglie di mirto, prezzemolo, aglio e bacche di ginepro. Aspetta l'indomani e preparaglieli per cena. Sì, per cena, perché per gli uomini quello è il momento migliore: sono più rilassati e si aspettano il meglio della giornata. Adesso è il momento di scolare i granelli, ma girandoli e rigirandoli nel loro sugo prima di metterli in un piatto a riposare. A parte, prepari tre tuorli d'uovo, ci aggiungi il tanto che basta di panna, una spolverata di farina doppio zero, dell'aglio tagliato fine insieme ad abbondante prezzemolo, una punta di peperoncino e una di zafferano e poi sbatti tutto con forza. Se ne hai, ti consiglio una spruzzata finale di Favorita, che esalta il sapore, e un cucchiaio d'olio. Continua fino a quando non si fa una bella schiuma. Adesso puoi prendere un bel quadrato di carta da macellaio, la stendi e la riempi di pane grattugiato. Sul fuoco deve intanto essere pronta una padella di quelle larghe piena d'olio come se dovessi fare delle frittelle: usa però quello di semi, se di girasole è meglio. Quando l'olio comincia a bollire abbassa il calore ma lascia che fumi poco poco. Adesso prendi le fette di granelli, le passi prima nell'uovo, poi nel pane grattuggiato, con il quale non devi risparmiare, infine le immergi nell'olio bollente. A questo punto non devi fare altro che aspettare che la panatura prenda una consistenza corposa e un bel colore dorato. Prima di servire ricordati di asciugarle un po'dall'olio mettendole a scolare fra strati di carta da cucina. A parte, prepara il piatto di portata: io ti consiglio un bel letto di foglie di lattuga giovane da insaporire con un filo di olio, di aceto e una spruzzata leggera di pepe. Sopra quel letto assentaci i granelli impanati. Per dare colore e un aggiunta di sapore, decorerei il tutto con peperoncini ciliegina sottolio all'acciuga e carote lessate. A quel punto sei a trionfo. Tuo marito, soltanto a vedere quel piatto così ben decorato gliene verrà la bava. Tu servigli il tutto con grazia ed eleganza. Lui sicuramente comincerà a mangiare e i granelli gli si scioglieranno in bocca come burro. Sicuramente ti chiederà: «Buono, cos'è coniglio? Pollo? Vitello?». Tu gli devi sorridere, lasciando enigmatica la risposta in sospeso per qualche attimo. Poi te lo guardi dritto negli occhi e quasi con cattiveria gli dici: «Granelli di maiale», e niente altro. Luisé, se tuo marito non è solo coglione capisce al volo quello che gli stai significando. © copyright 2011 Cuec Editrice
