La Nuova Sardegna

Fermare l'attimo fuggente con Hipstamatic

Daniela Paba
A sinistra una foto di Adriano Mauri dalla mostra «Toy CamEra» allestita al Ghetto di Cagliari
A sinistra una foto di Adriano Mauri dalla mostra «Toy CamEra» allestita al Ghetto di Cagliari

Cagliari, al Ghetto le istantanee digitali di Mauri e Murgia che imitano le vecchie Kodak

28 dicembre 2011
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CAGLIARI. Della seconda vita dell'istantanea nell'era digitale - con più di un sito dedicato all'Hipstamatic, applicazione iPhone nata per riprodurre le vecchie Kodak Instamatic - racconta «Toy CamEra» una mostra in corso al Ghetto che mette a confronto le immagini di un fotografo d'antica stirpe come Adriano Mauri e di un appassionato dilettante come Roberto Murgia. La nostalgia delle prime macchine-giocattolo, capaci di fermare l'istante, imperfetto come la realtà che ci circonda, lascia spazio - nel pieno trionfo del fotoritocco - a un' App tra le più scaricate che come spiega la critica Cristina Muntoni: «raccoglie l'eredità della Hipstamatic 100 degli anni'80 (...). Sulla schermata del cellulare viene riprodotta la toy camera che permette di usarla con tutti i limiti e gli effetti della fotocamera giocattolo originale, come l'inquadratura stretta e l'assenza di zoom. L'applicazione consente di scegliere obiettivi e pellicole (...) ma permette di intervenire nelle scelte tecniche solo prima dello scatto».

La premessa tecnica garantisce di comprendere a fondo l'impostazione di metodo dei protagonisti della mostra. Adriano Mauri ha scelto tra le innumerevoli chances un'unica lente (Helga Vicking) e pellicola (BlacKeys B+W) con le quali costruire una galleria di soggetti ed oggetti che racchiudono il suo universo semantico: una galleria di ritratti dove trovano posto artisti e colleghi di lavoro tra i quali spiccano un bel ritratto di Tonino Casula con occhiali 3D e quello di Rosanna Rossi in galleria, la sequenza di still life capace di rendere artificiale l'umile natura di una testa d'aglio, retrò un mazzo di tulipani o di rose secche, gotici gli angeli funebri dei cimiteri monumentali. E proprio tra i cippi marmorei Mauri rende omaggio ai suoi cari, artisti-artigiani di un tempo che fu, andando alla ricerca dei monumenti scolpiti da Giuseppe Sartorio e tra questi a quello con cui suo bisnonno, Evaristo Mauri, fotografo e ritrattista di fama, aveva celebrato la morte in tenera età di due figlie. I paesaggi di un'isola battuta dai venti diventano dettagli solitari, testimoni muti di una natura amara.

L'insaziabile bisogno di sperimentare soluzioni tecniche diverse si legge nella galleria di immagini selezionata da Roberto Murgia che mette in fila una serie di scorci delle botteghe vecchie di Cagliari fatti di nostalgia e colori acidi, una galleria di ritratti dove emerge l'anima culturale della città, una sequenza di paesaggi dove l'effetto pittorico sfrangia cieli e contorni. Dopo l'esposizione le foto si vedranno su www.hipstamatiCA.it.
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