La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, la delibera della discordia

Roberto Paracchini
Giorgio Todde e, sotto, Massimo Zedda
Giorgio Todde e, sotto, Massimo Zedda

Via libera al cemento? La giunta Zedda non replica a Todde, il centrosinistra difende il sindaco: «Accuse ingenerose»

07 febbraio 2012
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 CAGLIARI. La giunta sceglie il silenzio e preferisce non commentare. Che le critiche arrivino dall'opposizione fa parte del gioco: la giunta del sindaco di Cagliari Massimo Zedda è abituata, ma non quando provengano dalla sua area di riferimento. Mentre ieri Giorgio Todde, il medico scrittore, autorevole voce critica del centro sinistra, è andato giù pesante accusando dalle colonne della Nuova la giunta Zedda di aver tradito le aspettative dei tanti che pensavano che col nuovo governo del capoluogo l'urbanistica avrebbe prevalso sull'edilizia, che avrebbe vinto il verde... «Invece una delibera di questa giunta ci toglie ogni illusione». Il riferimento specifico è a Tuvixeddu e al modo di valorizzare la necropoli punico romana e il colle in cui si inserisce. Polemica che ha diviso i consiglieri della maggioranza. L'atto dell'esecutivo a cui ci si riferisce è dell'11 gennaio di quest'anno, in cui - secondo Todde - si ritorna all'idea «asfittica del vincolo archeologico» che conduce alla realizzazione di un parco «francobollo strangolato da mattoni e bitume».  Di certo le critiche di Todde hanno creato imbarazzo nei gruppi che reggono l'esecutivo in assemblea comunale e provocato reazioni diverse. Per Andrea Scano (Pd), presidente della commissione consiliare all'Urbanistica, la questione è «più complessa: la delibera dà mandato al sindaco di firmare il risultato degli incontri con Regione, soprintendenze e ministero. Ad ogni modo bisognerà trovare una soluzione realisticamente attuabile: salvaguardare l'intera area e far sì che il parco resti di proprietà pubblica, tenendo presente che nell'accordo di programma, firmato nel duemila (che delimita il parco a una parte del colle e prevede ai suoi lati duecentosettantamila metri cubi di edificazioni da parte della Coimpresa - ndr) si ipotizza anche che l'area protetta passi al Comune. E questo deve restare. Per ciò bisognerà trovare un accordo con l'imprenditore privato, con relativo intervento della Regione per le risorse economiche da mettere nella trattativa».  Da parte sua Todde ma anche Maria Paola Morittu (responsabile del settore tutela dei monumenti di Italia Nostra) sostengono che «questo Comune dovrebbe (...) oggi necessariamente adeguare il piano urbanistico al piano paesaggistico regionale». Fatto che renderebbe l'area inedificabile, come previsto anche dalla sentenza del Consiglio di Stato del marzo dello scorso anno.  Ma va detto, precisa Davide Carta (capo gruppo in assemblea municipale del Pd) che «il vincolo paesaggistico è enorme: va da viale Sant'Avendrace a via Is Mirrionis e deve necessariamente essere precisato assieme a Regione, ministero e soprintendenze. E noi ci muoviamo in questa direzione». Mentre l'affermazione di Todde che vi sarebbe una continuità amministrativa con la passata giunta di centrodestra «è ingenerosa», afferma Francesca Ghirra (Sel, presidente della commissione consiliare alla Cultura): «Noi abbiamo bloccato il parcheggio sotto via Roma deciso dal precedente esecutivo». Mentre, continua Ghirra, «non è vero quello che afferma Todde che vorremmo "costruire un'orribile e smisurata casa dello studente" in viale La Plaia, visto che noi ipotizziamo di crearvi due strutture per complessivi cinquecento posti letto. Né alcuno di noi ha "dichiarato di voler abbattere lo stadio Sant'Elia", semmai ristrutturarlo». Insomma «no ai diktat degli ambientalisti», sottolinea Filippo Petrucci (di "Meglio di prima non ci basta", presidente della commissione Affari generali): «Occorre una soluzione anche politica».  Alcuni si appellano al realismo politico: «La questione è molto complessa - afferma Fabrizio Rodin (Pd e presidente delle Politiche sociali) - e il Tar ha sempre dato ragione al privato. Da qui la necessità di essere prudenti, anche perché la situazione economica è molto critica». Posizione condivisa anche da Francesco Ballero (Socialisti): «Bisogna trovare una soluzione tecnicamente compatibile e rispettare pure i diritti della Coimpresa».  La delibera della discordia è stata anche discussa la settimana scorsa durante un incontro tra la maggioranza e il sindaco Zedda. «Sino ad ora - spiega Giovanni Dore, Idv - nella passata consiliatura si è proceduto per stralci sui singoli problemi urbanistici. Mentre sarebbe meglio cambiare prima il quadro (l'adeguamento del piano urbanistico al piano paesaggistico regionale) e poi intervenire sui singoli problemi. Ad ogni modo ci muoviamo in discontinuità verso la precedente giunta col coinvolgimento di tutto il Consiglio». Impostazione condivisa anche da Giuseppe Andreozzi (Rossomori). Infine «la questione è di grande delicatezza - dice Piergiorgio Meloni, Pd - teniamo presente che non ci sono soldi: il bilancio è risicatissimo e subisce tagli continui. A questo punto credo ci vorrebbe un mediatore tra le amministrazioni e il privato: un vecchio democristiano tipo Beppe Pisanu».  

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