La Nuova Sardegna

una settimana fa a torralba

Il defibrillatore ha salvato un sedicenne

TORRALBA. Salvato dal padre dell'amico che giocava insieme a lui e dal defibrillatore dell'ambulanza dei volontari e dalla forza ostinata di chi non si arrende davanti alla morte che sembrava avere...

15 aprile 2012
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TORRALBA. Salvato dal padre dell'amico che giocava insieme a lui e dal defibrillatore dell'ambulanza dei volontari e dalla forza ostinata di chi non si arrende davanti alla morte che sembrava avere già vinto. Andrea, 16 anni, studente con una passione straordinaria per il calcio, aveva rischiato di morire sul campetto dove giocava a calcetto la sera di Venerdì santo. Poco prima delle 23 si era sentito male: «Non riesco a respirare - aveva detto ai compagni - esco un attimo, continuate voi». Si era seduto in gradinata, i gomiti poggiati sulle ginocchia, la testa penzoloni. A un certo punto si era accasciato a terra. La partita si era fermata e sul campetto era calato il silenzio. Andrea non rispondeva più. «E' morto... è morto», sono stati momenti drammatici. C'era chi piangeva, chi provava a scuoterlo, ma il ragazzino non si muoveva. Uno dei compagni di squadra era corso a casa a chiamare il padre: «Babbo, corri, Andrea non respira più». L'uomo aveva cominciato con la respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco. Non c'era più battito, respiro assente, Andrea era cianotico. Una volontaria ha preso dall'ambulanza dell'Avis il defibrillatore e l'ossigeno. Niente, il cuore di Andrea non ne voleva sapere di ripartire. Una, due scariche. Poi la terza. E' tornato il segnale sul polso, ripresa la respirazione. Da Mores è arrivata l'ambulanza medicalizzata del 118, mentre proseguiva il dialogo con la centrale operativa di Sassari che aveva seguito l'evento via radio. Il medico aveva somministrato l'adrenalina e Andrea era stato intubato. Appena completate le pratiche di rianimazione, l'ambulanza del 118 era corsa verso Sassari. In ospedale il trasferimento immediato in rianimazione. Dove Andrea il giorno dopo ha ricominciato a respirare autonomamente. E ora sta tornando alla vita. Una vicenda a lieto fine.

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