La Nuova Sardegna

Vinyls, fantocci impiccati: «Volete questo?»

di Gianni Bazzoni
Vinyls, fantocci impiccati: «Volete questo?»

Porto Torres, sono stati appesi in cima alla torre aragonese. E.On, addio ai progetti per Fiume Santo

05 settembre 2012
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PORTO TORRES. Dodici fantocci impiccati che, dopo le 16.30, ciondolano dalla torre aragonese, simbolo di una città abituata a difendersi e - nell’era moderna - sede di lotte operaie. È l’ultima disperata chiamata dei lavoratori della Vinyls: 12 pupazzi per dodici lettere che compongono una frase che sa molto di ultimatum: «QUESTO VOLETE». Quello che ci sarà dopo, da qui a qualche giorno, si può solo intuire dalla disperazione di chi non ce la fa più, perché stanco dei silenzi, delle risposte non date, delle promesse inutili. Non ce la fa più perché senza risorse non si può vivere, perché le famiglie sono ridotte sul lastrico e non c’è modo di andare avanti. Altro che arrivare a fine mese.

«Questi sono dei fantocci, ma forse non bastano – hanno spiegato ieri gli operai sul terrazzo della torre aragonese – e allora se ciò che vogliono è la scena eclatante, come in un film dell’orrore, l’avranno. Ormai non abbiamo niente da perdere, siamo pronti a tutto». Si sono rimessi insieme alla spicciolata i lavoratori della Vinyls ai quali è stato cancellato non solo il passato ma anche il futuro. Da maggio senza stipendio, la cassa integrazione scaduta, lavorano a turno gratis. Anzi, ci rimettono perché i pendolari devono anche fronteggiare le spese della benzina che aumenta sempre. Una beffa per chi, con l’Isola dei cassintegrati, aveva avuto momenti di grande esposizione mediatica. Un passaggio che sembrava produttivo per arrivare alla soluzione della vertenza, invece niente.

Il Governo li ha lasciati soli, abbandonati a un destino che il 17 settembre potrebbe segnare la parola fine al ministero dello Sviluppo economico, dove è previsto l’incontro con i commissari straordinari. Si parlerà forse del futuro di Marghera, mentre per Porto Torres si profila la vendita degli impianti, anche a ferro vecchio. E la Vinyls rischia di essere il detonatore di una situazione esplosiva nel nord Sardegna. C’è un crollo progressivo in tutti i settori, la Regione corre da una emergenza all’altra senza risultati. E il Governo non ascolta, anzi rema contro. Il caso emblematico - a parte la beffa della vicenda Vinyls - è quello di E.On. Il sottosegretario per lo Sviluppo economico De Vincenti ha risposto a una interpellanza sulla situazione E.On-Fiume Santo, e ha in fondo giustificato l’atteggiamento della multinazionale tedesca che non ha rispettato gli impegni per la costruzione del quinto gruppo. Ha ricordato la proroga di 18 mesi, concessa per consentire le bonifiche dell’area interessata (per ora non avviate), e ha sottolineato che E.On non ha mai comunicato la rinuncia all’investimento. E che non si hanno notizie di un interesse di altri gruppi alla realizzazione dell’iniziativa a Fiume Santo. Bene, dalla Germania, rimbalza una notizia che smentisce il sottosegretario: E.On non realizzerà più centrali a gas o carbone nell’Europa occidentale, almeno fino al 2020. Un portavoce di E.On ha spiegato che «il mercato elettrico soffre di una grave sovracapacità e che non vi è necessità di nuove centrali». Peccato che l’operazione su Fiume Santo fosse stata pianificata da tempo per fermare i gruppi 1 e 2, ormai da rottamare, e per migliorare anche la compatibilità ambientale.

Si continua a depistare, a nascondere la realtà delle cose. E intanto il Nord Sardegna sta per esplodere.

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