La Nuova Sardegna

Bonifiche, la Regione contro Clini

di Giampiero Cocco
Bonifiche, la Regione contro Clini

La Maddalena, il ministro nel mirino del senatore Scanu: «Uno schiaffo all’isola»

30 gennaio 2013
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LA MADDALENA. Dei 56 Sin (siti inquinati di interesse nazionale) in attesa di bonifiche, 14 sono stati cancellati a colpi di decreto legge. Corrado Clini, il ministro tecnico dell’ambiente che, non più tardi del settembre scorso, utilizzò il piccone per demolire le nefandezze della cricca della Ferratella e il gelatinoso sistema di affidamento degli appalti della Protezione civile by Bertolaso, ieri l’altro ha fatto come Ponzio Pilato: si è lavato le mani nelle già sporche e inquinatissime acque dell’ex arsenale maddalenino. Il ministro, rimettendo alla Regione sarda – che per inciso ha già respinto la palla al mittente – l’onere e l’incarico di ripulire le scorie tossiche e gli agenti inquinanti (idrocarburi, metalli pesanti, arsenico, amianto, tonnellate di residui di un pontile fatto brillare con cariche di tritolo) sparse su otto miglia quadrate di mare della Maddalena dalle draghe dell’impresa che, incassando 36 milioni di euro di soldi pubblici, avrebbe dovuto bonificare il fondale marino, si è messo contro un’intera Regione.

Il senatore del Pd Giampiero Scanu l’ha attaccato a testa bassa. «È inaccettabile che Mario Monti e il suo Governo scarichino sulla Regione Sardegna la responsabilità delle bonifiche dei siti inquinati a La Maddalena. La decisione del ministro dell’Ambiente è uno schiaffo per la comunità maddalenina e per la Sardegna intera. Un decreto che, se saremo noi a governare tra un mese, verrà cancellato alla prima seduta del consiglio dei ministri. Lo Stato deve porre rimedio alla buffonata del finto G8 di triste memoria berlusconiana, che ha lasciato sull’isola soltanto incompiute griffate, inchieste giudiziarie, inquinamento e illusioni. Trovando facile sponda in un’amministrazione regionale inesistente».

La decisione del ministro dell’ambiente, resa nota dal comitato “Gettiamo le basi” che ha diffuso, attraverso la portavoce Mariella Cao, il decreto appena firmato, ha fatto alzare il tiro anche al governatore Ugo Cappellacci, il quale ieri ha inviato una lettera al ministero dell’ambiente e alla Protezione civile. «La Maddalena – scrive Cappellacci – deve restare sito di interesse nazionale. Rientra nel parco nazionale omonimo ed è sito di importanza comunitaria, con vincoli paesaggistici e idrogeologici. L'area marina dell’ex arsenale miliare avrebbe dovuto accogliere, già dal 2009, un porto turistico intorno al quale sviluppare servizi e attività economiche direttamente correlate al diportismo, in immobili riqualificati e realizzati ex novo con l’utilizzo di ingenti risorse pubbliche. A causa del mancato completamento delle bonifiche delle aree a mare, tali immobili pubblici continuano a essere improduttivi, generando danno alla pubblica amministrazione e gravi implicazioni socio-economiche. Il ministero deve informare questa Amministrazione sulle attività in corso nel sito in parola, e sui tempi necessari per il loro completamento. Si chiede, ancora una volta, l’urgente convocazione della Conferenza di servizi, per l’approvazione del progetto definitivo di bonifica, trasmesso dal Dipartimento della Protezione civile l' 8 novembre 2012».

Una richiesta, questa, che viene avanzata anche dal sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, il quale è stufo di promesse a vuoto. «Non m’interessa chi dovrà farle, ma è necessario avviare le bonifiche».

Perplesso l’assessore regionale all’Ambiente Andrea Biancareddu, il quale ha affermato che «non accetteremo l’ennesimo scaricabarile governativo su un sito di interesse nazionale, questo deve essere chiaro a tutti, ministri tecnici compresi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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