La Nuova Sardegna

Ilaria : «Inconfondibilmente sarda»

di Monica De Murtas

Parla la cantante di Assemini giunta al secondo posto tra le proposte Giovani al festival di Sanremo

14 marzo 2013
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SASSARI. “Una vita sospesa tra corse ed attese, traversate e immobilità, tra un’isola e il mondo” con queste parole Ilaria Porceddu presenta il suo album “In Equilibrio”. Dal nuovo lavoro (etichetta D'altro Canto) è tratto il brano omonimo presentato all'ultimo Festival di Sanremo con quale la cantante sarda ha vinto il secondo posto nella sezione Giovani. Ma la competizione musicale Ilaria la coltiva sin da bambina quando faceva le gare con la sorella a chi ricordasse meglio le parole delle canzoni di Fabrizio De André e De Gregori. Poi da adolescente la musica si trasforma da gioco in passione vera e così dopo aver cantato a lungo in giro per la Sardegna con una tribute band di De Andrè Ilaria decide a diciotto anni di andare via dall'Isola cercando la sua strada altrove. Tra i suoi primi fortunati approdi la partecipazione ad X Factor che le dà notorietà e l'opportunità di registrare il primo disco “Suono Naturale” uscito per la Sony. Ma il grande salto la cantante lo fa proprio con la partecipazione a Sanremo che la catapulta in un vortice di concerti e incontri col pubblico.

«Mi sembra perfetto parlare del mio lavoro su un treno in corsa - dice Ilaria Porceddu raggiunta telefonicamente sul treno che da Bologna la porta a Torino –- descrive bene l'idea di sentirsi sempre di passaggio che racconto nel mio disco. Non mi piace fermarmi, il movimento è vita, è un'energia che ti fa muovere verso un obiettivo, verso qualcosa da raggiungere, verso il cambiamento». Cosa l'ha spinta a decidere di andar via dalla Sardegna e poi di lavorare sulla tradizione musicale dell'isola? «Sapevo da sempre che sarei partita. Da piccola avevo avvisato i miei genitori del fatto che una volta preso il diploma sarei andata via dalla Sardegna. Avevo bisogno di scoprire nuove cose e in particolare di esplorare i vari aspetti dell'arte. Purtroppo la Sardegna per il fatto stesso di essere un'isola offre meno opportunità di incontro e scambio culturale di quelle che può dare una città come Roma dove avevo deciso di studiare “Arti e scienze dello spettacolo” alla Sapienza. La mia tesi di laurea in etnomusicologia è incentrata sulla tradizione canora dei cantadores sardi, non esistono molti testi su questo argomento dunque per scriverla sono tornata nell'isola, nei paesi dove questa tradizione popolare è tutt'ora in uso. E' stata un'esperienza unica che mi ha fatto conoscere le mie radici e capire che dovevo usare la mia lingua anche quando scrivevo canzoni. Amalgamare i suoni della lingua sarda con gli schemi di un brano pop è un lavoro abbastanza complesso ma per fortuna le varianti della limba sono diverse tra loro, il campidanese è più duro, il logudorese più dolce e questo mi ha aiutato molto».

I suoi video sono molto curati così come il suo look. Questa attenzione all'immagine nasce dall'esperienza di X Factor? «La partecipazione al talent show mi ha fatto crescere dal punto di vista umano e professionale ma credo che la mia cura per l'immagine nasca da un'innata passione per l'arte e dalla capacità del mio efficiente gruppo di lavoro. L'abito che indossavo a Sanremo ad esempio rappresenta l'eleganza del circo ed è legato alla canzone che cantavo suggestionata dalle atmosfere del film “la strada” di Fellini».

Paura dell'etichetta di cantante sarda? «Assolutamente no perchè io sono questo: una cantante sarda. In tanti mi hanno consigliato di trovare un nome d'arte, di cambiare cognome ma io ho deciso di tenere il mio: Porceddu, proprio perchè mi rende riconoscibile, inconfondibilmente sarda»

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