Sette anni in Sardegna
di PAOLO CATELLA Con un effetto collaterale impegnativo, perché così i giornalisti non hanno alibi: sono totalmente responsabili delle cose buone e degli errori. Un grazie ai colleghi che hanno...
di PAOLO CATELLA
Con un effetto collaterale impegnativo, perché così i giornalisti non hanno alibi: sono totalmente responsabili delle cose buone e degli errori. Un grazie ai colleghi che hanno raccolto questa sfida, costruendo un giornale di cui sono sommessamente orgoglioso. Alle grandi firme che ci incoraggiano e ci accompagnano con un contributo di idee inestimabile, ma anche ai collaboratori, ai corrispondenti e ai fotografi che da ogni angolo della Sardegna rendono un servizio alla loro gente. Un grazie ai poligrafici, che sanno come si fa un bel giornale, al personale tecnico, dell'amministrazione e della diffusione, che risolvono i problemi che non mancano mai, agli uomini e alle donne della pubblicità, che ci aiutano a trovare le risorse per andare avanti.
In Italia e nel mondo stanno accadendo rivolgimenti tali che il saluto di un direttore è davvero una piccola cosa. Un antico saggio diceva che un compito non può mai essere veramente portato a termine, ma non per questo si ha il diritto di rinunciarvi. Quasi non sembra una rinuncia passare il testimone a un eccellente professionista come Andrea Filippi. Con lui la Nuova Sardegna è in ottime mani. E resta comunque nelle mani di chi la crea ogni giorno con intelligenza e passione. Di chi la legge con spirito critico e affetto.