La Nuova Sardegna

per sopperire alle carenze d’organico

Nelle carceri dell’isola 510 agenti penitenziari in più

Nelle carceri dell’isola 510 agenti penitenziari in più

CAGLIARI. Gli agenti di polizia penitenziaria nelle carceri della Sardegna aumenteranno di 510 unità. Passeranno così da 1.324 a 1.834, secondo la nuova pianta organica regionale determinata nel...

31 marzo 2013
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CAGLIARI. Gli agenti di polizia penitenziaria nelle carceri della Sardegna aumenteranno di 510 unità. Passeranno così da 1.324 a 1.834, secondo la nuova pianta organica regionale determinata nel decreto firmato la scorsa settimana dal ministro della Giustizia, Paola Severino. La notizia è stata accolta con sollievo e soddisfazione dai sindacati di categoria (Sappe, Osapp, Uil Pa, Sinappe e Cisl Fns). I quali, da tempo, denunciavano pesanti carenze negli istituti dell’isola. «Ora attendiamo una convocazione da parte del provveditore regionale – annunciano le segreterie regionali delle cinque sigle –Speriamo infatti che in tempi brevi si discuta di una nuova ridistribuzione del personale nei vari istituti penitenziari». Tutto questo anche in previsione dell’imminente apertura delle nuove carceri di Bancali e Uta. Dove, secondo quanto denunciato di recente dal parlamentare del Pdl Mauro Pili, dovrebbero arrivare numerosi detenuti sottoposti al regime d’isolamento del 41 bis.

Intanto può darsi che qualcosa presto si muova anche nei livelli di vertice. Sei carceri sarde sono senza un direttore stabile: Iglesias, Is Arenas, Lanusei, Macomer, Mamone e Nuoro. Per questo motivo la direzione centrale dell’amministrazione penitenziaria ha già chiesto disponibilità a trasferirsi nell’isola a funzionari che lavorano in continente. In Sardegna oggi ci sono solo sei i direttori, che a breve diventeranno cinque per un pensionamento. Sull’argomento è intervenuto di recente il segretario regionale della Cisl Sicurezza, Giovanni Villa, che ha chiesto al Ministero di coprire questa grave carenza anche con provvedimenti d’ufficio. «In molte parti del Paese - ha affermato il sindacalista - ci sono istituti che si possono permettere più di un direttore. Bisognerebbe incentivare chi vuole venire in Sardegna, classificando l’isola zona disagiata».

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