La Nuova Sardegna

Falsi alimenti bio, maxi sequestro a Sassari

Falsi alimenti bio, maxi sequestro a Sassari

Blitz della Finanza in 5 Regioni. Scoperte 1.500 tonnellate di mais non in regola e soia con pesticidi

12 aprile 2013
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SASSARI. La notizia fresca di giornata ha scosso i consumatori di mezza italia, soprattutto quel 46% che ama e crede nel biologico nel piatto: Mille e 500 tonnellate di mais ucraino falsamente certificato come proveniente da agricoltura biologica e 30 tonnellate di soia indiana lavorata contenente in parte pesticidi, destinate all'industria dei mangimi, sono state sequestrate in diverse regioni italiane (Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo) dalla Guardia di finanza di Pesaro e dall'Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole impegnati nell'operazione "Green War", Guerra verde. Non solo, molti prodotti hanno rivelato di essere Ogm, geneticamente modificati. Gli indagati dovranno rispondere di associazione a delinquere per frode in commercio, sono per ora 23, e una decina sono le società tra cui quelle moldave e ucraine che curavano l'approvvigionamento delle granaglie, e gli enti di certificazione e analisi dei prodotti, con sede a Fano e Sassari, di cui dovranno essere accertati ruolo e responsabilità.

Le indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Pesaro hanno portato a numerose perquisizioni a carico di operatori del settore che importavano da Paesi terzi limitrofi all'Unione europea granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all'alimentazione umana (in particolare soia, mais, grano tenero e lino) falsamente certificate come "bio" ma in realtà non conformi alla normativa comunitaria e nazionale. In alcuni casi, le produzioni agricole certificate come biologiche erano di fatto ottenute con elevato contenuto di Organismi geneticamente modificati (Ogm) o contaminate da agenti chimici vietati nell'agricoltura biologica.

Secondo gli investigatori delle Fiamme gialle, il sistema si articolava su società nazionali che avevano la gestione finanziaria e il controllo di aziende operanti in Moldavia e Ucraina nonchè degli organismi preposti alla certificazione dei prodotti. In particolare, le società in questione, per sottrarsi alla rete dei controlli, provvedevano allo sdoganamento delle merci a Malta, presso una società gestita da personale italiano, per poi farle arrivare nel nostro Paese: in un'occasione, i prodotti agricoli hanno viaggiato su gomma e sono transitati alla dogana di Trieste.

In Italia c’è stato un aumento record dei consumi bio pari all’8% solo nel 2012, ma il ritardo nel rendere obbligatoria l'indicazione di origine sugli alimenti ha favorito il boom delle importazioni di

prodotti falsamente “biologici” e di truffe a danno dei produttori italiani e naturalmente dei consumatori.

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