La Nuova Sardegna

Tangenti, sospesi due portieri d’albergo

di Giampiero Cocco
Tangenti, sospesi due portieri d’albergo

Porto Cervo, i legali degli inquisiti: «Il denaro lo offrivano i tassisti per avere una corsia preferenziale»

25 maggio 2013
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PORTO CERVO. I vertici di “Sardegna Resorts”, la società che gestisce gli hotel a cinque stelle della Costa Smeralda hanno sospeso dal servizio, in attesa delle decisioni della magistratura, i due capi concierge rinviati a giudizio per estorsione ai danni di una decina di tassisti. Il provvedimento è stato adottato ieri dall’amministratore delegato del gruppo che fa capo alla Starwood hotel nei confronti di Domenico Columbano, capo del team del ricevimento del Pitrizza, e di Federico Barbarossa, che riveste analogo incarico al prestigioso Cala di Volpe. Quest’ultimo, come gli altri rinviati a giudizio in questa vicenda – gli ex capi di portineria Roberto Marin e Gabriele Garbati, in pensione – è accusato di estorsione perchè, in «concorso e previo accordo tra loro, mediante minaccia esplicita di escludere le parti offese (otto tassisti) dai rapporti di collaborazione con le strutture alberghiere, costringevano le parti offese al versamento di percentuali (per lo più del 18 per cento, ma anche del 20 o addirittura del 25 per cento) sui corrispettivi delle prestazioni erogate». Per il difensore di Federico Barbarossa, l’avvocato Nicola Di Benedetto, il suo assistito non avrebbe mai richiesto alcuna somma ad alcuno, mentre invece sarebbero stati i tassisti ad offrire, a lui ed agli altri capi concierge, le bustarelle per poter lavorare con gli alberghi della Costa Smeralda. «Gli stessi tassisti – scrive l’avvocato Nicola Di Benedetto – risentiti nuovamente della guardia di finanza, nei primi mesi del 2010, facevano tuttavia una clamorosa marcia indietro affermando che non erano stati i portieri d’albergo a imporre loro le tangenti ma che erano stati gli stessi tassisti ad offrire ai portieri una percentuali sulle corse perché questi li preferissero alle ditte di noleggio delle limousines!!!». I verbali delle sommarie informazioni testimoniali delle parti lese sono già a disposizione degli avvocati, e saranno argomento di discussione davanti al giudice unico il 24 ottobre prossimo, quando i quattro portieri saranno chiamati a rispondere di estorsione continuata. In relazione alle escort e al figlio di Gheddafi – Muammar, l’ingegnere libico che amava trascorrere le vacanze sulla Costa Smeralda – risulta agli atti processuali che vi sono stati accertamenti approfonditi anche su queste presenze, non riferibili alle attività svolte da Federico Barbarossa. Il quale, ultima precisazione, ha impugnato davanti alla commissione tributaria provinciale (presieduta dal magistrato Massimo Zaniboni, sentenza del 23/03/12) l’accertamento fiscale di oltre 400 mila euro contestatogli dall’agenzia delle entrate: una parte attribuita dai giudici a mance di clienti, mentre non sono stati giustificati 135 mila euro, prelevanti in contanti dai suoi conti correnti negli anni 2004, 2005 e 2006.

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