La Nuova Sardegna

L’Eurallumina riparte dall’Euralenergy

di Tamara Peddis
L’Eurallumina riparte dall’Euralenergy

Portovesme, assemblea in fabbrica. Imminente la nomina del nuovo amministratore delegato

28 maggio 2013
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PORTOVESME. Sindacato e lavoratori dell’Eurallumina di Portovesme guardano con più ottimismo alla riapertura dello stabilimento chiuso nel marzo 2009 in seguito alla crisi del mercato. Ieri mattina in fabbrica si è svolta l’assemblea informativa per fare il punto della situazione dopo le notizie dei giorni scorsi.

«L’iter per la riapertura sta andando avanti – hanno detto Antonello Pirotto e Gian Marco Mocci, sindacalisti della rsu di fabbrica –. Il nostro obiettivo e ritornare a lavorare nel rispetto di tutte le norme. Nelle nostre lotte non ci sono mai stati altri scopi».

Lo scorso 16 maggio è stata costituita la newco: società denominata Euralenergy spa, con capitale sociale di 120 mila euro il cui compito è quello di predisporre gli studi di fattibilità e le autorizzazioni necessarie per costruire un impianto di energia elettrica e termica per la produzione di allumina. L’Euralenergy è stata registrata alla Camera di commercio di Cagliari il 22 maggio. E venerdì prossimo verrà nominato l’amministratore delegato. Questo è stato comunicato ieri dalla rsu Eurallumina, nell’assemblea informativa dopo l’incontro che la rappresentanza sindacale ha avuto con l’amministratore delegato dell’azienda, Vincenzo Rosino e il responsabile delle relazioni esterne e del personale, Simone Angius.

Nella Euralenergy farà il suo ingresso anche la Sfirs, dopo la notifica del dissequestro del bacino dei fanghi rossi, al quale la magistratura aveva posto i sigilli nel settembre 2009. Con il dissequestro del bacino, si è detto ieri in assemblea a Portovesme, verrà fatto anche un aumento del capitale sociale, permettendo l’ingresso della Sfirs con la messa in vendita delle azioni e il capitale dovrebbe essere così distribuito: 60% all’Eurallumina e 40% alla Sfirs. Con 500mila dollari, la Rusal ha finanziato gli studi di fattibilità per la realizzazione dell’impianto di energia, studi che dovrebbero concludersi entro ottobre 2013.

«Abbiamo notizia – ha spiegato Antonello Pirotto –, per quanto riguarda il dissequestro del bacino, che si è svolta una conferenza di servizi al ministero dell’Ambiente, dove è stato accertato che il trattamento delle acque, come segnalato dall’Eurallumina, debba essere riferito alla tabella specifica 3 (acque superficiali) e non 2 come precedentemente prescritto. Pertanto, l’impianto recentemente predisposto dall’azienda potrà essere utilizzato per il trattamento delle acque, ora svolto da una ditta incaricata dal ministero».

L’Eurallumina chiuse lo stabilimento quattro anni fa mettendo fuori dal ciclo produttivo 340 operai. In questi anni,lavoratori e sindacati hanno messo in atto dure lotte per rimettere in marcia gli impianti che l’azienda disse all’epoca di fermare solo per un anno, in attesa di una ripresa del mercato dell’alluminio. Ora gli operai adesso attendono con ansia di ritornare a lavoro.

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