La Nuova Sardegna

Incendio a Golfo Aranci, c’è un indagato per il rogo

di Guido Piga
Incendio a Golfo Aranci, c’è un indagato per il rogo

È un giovane di 23 anni. In fumo 500 ettari. Il sindaco: troppi ritardi. La Protezione civile: Canadair tempestivi - FOTO

26 giugno 2013
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GOLFO ARANCI. Aveva un volto: quello immortalato dalle telecamere del comune di Golfo Aranci nella zona in cui lunedì è partito il rogo che ha distrutto 500 ettari tra Monte Ruju, Capo Figari e Cala Moresca. Da ieri sera a quei fotogrammi corrisponde un nome: quello di un ragazzo di 23 anni, golfarancino, indagato per incendio doloso. Avrebbe confessato ai forestali, assistito da due avvocati, di essere stato lui ad appicare le fiamme.

«Stiamo ancora lavorando. Sulla conclusione dell’indagine siamo molto, molto fiduciosi» dice Giancarlo Muntoni, capo del corpo forestale di Tempio. Poi ammette che le telecamere «sono risultate decisive». In tutti i sensi.

Perché non solo una telefonata allunga la vita, come recitava uno spot: anche le immagini. Ieri pomeriggio due cittadini di Golfo Aranci hanno passato alcune ore brutte: erano loro i sospettati principali dell’incendio. Sono stati sentiti a lungo dagli investigatori, insieme ad un’altra decina di persone. E, alla fine, sono stati scagionati proprio dalle riprese delle telecamere installate in via Marconi, punto in cui l’incendio è partito, alimentato da un maestrale con punte di 60 chilometri all’ora. Non erano loro quelli ripresi nella zona poco prima che divampassero le fiamme. Incubo finito.

Quello che comincia per l’indagato. Perché ha appiccato il fuoco? Ha fatto tutto da solo o ci sono dei complici? Domande pesanti; come pesante è, se confermata, l’accusa a suo carico.

Quella di una devastazione apocalittica. Ieri il sindaco di Golfo Aranci Giuseppe Fasolino ha passato la giornata a fare la conta dei danni, andando più volte a Capo Figari per controllare, dall’alto, lo sfregio prodotto dall’incendio. «Quello che non ha fatto il vento, l’hanno fatto la notte e l’ennesimo ritardo dei Canadair» attacca.

Il fuoco, domato in parte lunedì sera, ha ripreso a camminare alle 4 del mattino successivo, quando i mezzi aerei non potevano alzarsi in volo. Al maestrale si è sostituito il libeccio, e così Capo Figari, inizialmente risparmiato, è stato attaccato quasi fino all’ex vedetta di Gugliemo Marconi.

«Alle 6 di ieri - dice Fasolino - un Canadair è arrivato da Olbia, ma dopo solo mezzora ha dovuto far rientro all’aeroporto, pare per un guasto. Mi sono mobilitato, chiamando il presidente della Regione. Cappellacci ha sollecitato la Protezione civile nazionale perché inviasse a Golfo Aranci un altro Canadair, che è arrivato alle 8,30. Purtroppo è l’ennesimo ritardo».

Da Roma, la struttura di Gabrielli accetta malvolentieri le accuse: «I mezzi aerei si muovono quando la situazione lo richiede: e, dati alla mano, possiamo dire che siamo stati tempestivi. Invece, ci sembra di capire che sia mancata la prevenzione, come la pulizia delle aree non edificate».

“La Nuova” è in grado di ricostruire i tempi delle operazioni: l’incendio è stato segnalato alla base sul Limbara alle 14,42 di lunedì, l’intervento del Canadair è stato richiesto alle 15 e il mezzo, che era già in volo verso la Sardegna dell’interno, è intervenuto alle 15,27. Quindi 45 minuti dopo. Tardi? Presto?

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