i dati
Sardegna più vecchia del Giappone
L’isola conta 300 centenari e oltre 10mila novantenni
30 giugno 2013
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PERDASDEFOGU. Sono 300 i centenari sardi (di cui 117 in provincia di Cagliari), 10400 gli ultranovantenni. Con questi numeri la nostra isola si conferma "zona blu" al mondo, termine usato dai demografi per delineare le aree dove maggiore è la presenza di "uomini-secolo”. Oltre all'Italia - che deve questo record alla terra dei nuraghi - sono il Giappone (Okinawa), il Canada (Nuova Scozia), l'Ecuador (Vilacamba) e i Caraibi (isole Barbados). I dati sono stati confermati pochi giorni fa a Cagliari, al palazzo viceregio, dove si è svolto un summit internazionale sull'invecchiamento attivo organizzato dal presidente del Consiglio provinciale Roberto Pili alla presenza di delegazioni della Danimarca, Francia, Croazia e Germania. L'Italia si conferma il paese più longevo del vecchio continente con una quota di anziani pari al 24,5 per cento dell'intera popolazione, andando a piazzarsi nella top-ten dei paesi più longevi del pianeta. Al secondo posto il Giappone seguito dalla Germania (24 per cento), prima della Grecia (23,9), del Belgio (22.3), della Spagna (22.1), del Portogallo (21.1), della Gran Bretagna (20.8), dell'Ucraina (20.7) e della Francia (20.5).
L'Euro-Istat dimostra che il trend di crescita degli over 65 continuerà almeno per i prossini 40 anni. Nel 2050, con una popolazione mondiale di nove miliardi di cittadini, gli ultraottantenni saranno uno su sei. La Sardegna, al 31 dicembre 2011, aveva 1048 residenti con un'età di 95 anni, 1102 di 94, 1160 di 93, 1394 di 92, 2356 di 91 e 3340 di 90. Ed è stata la Commissione europea, lo scorso dicembre, ad approvare il progetto della Provincia di Cagliari "Elders in Action" (invecchiamento attivo), piano che coinvolge 18 Comuni di cinque Paesi europei. Nel convegno cagliaritano hanno svolto relazioni sul tema Luisa Salaris dell'università di Cagliari e Paolo Putzu dell'Associazione italiana di psicologia. La danese Bettina Rimdal, a proposito di anziani attivi, ha detto che in Danimarca il 95 per cento degli anziani «usa correttamente i mezzi informatici».
