La Nuova Sardegna

Un tuffo nel mare più blu Vacanze da re a Cala Sassari

di Alessandro Pirina
Un tuffo nel mare più blu Vacanze da re a Cala Sassari

È la perla di Golfo Aranci, ma da anni è frequentata soprattutto dagli olbiesi Al «Fino beach» un drink con Kledi Kadiu, Gigi Datome e Nathalie Caldonazzo

14 luglio 2013
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GOLFO ARANCI. Il suo nome richiama Sassari, si trova nel comune di Golfo Aranci, ma da una decina di anni è tra le spiagge più gettonate dagli olbiesi. Lettini, ombrelloni, pedalò, beach volley, aperitivi, feste sulla sabbia, ormai Cala Sassari è un ritrovo abituale per chi vuole trascorrere una giornata - o i più fortunati un’intera vacanza - in un paradiso attrezzato. Ai più, però, sfugge il perché quella splendida cala gallurese porti il nome di Sassari.

A dare una spiegazione ci ha pensato Mario Spanu Babay, nel suo libro “Figari. Storie del golfo e di Golfo Aranci”. «Sino agli ultimi del ‘800 – racconta l’autore – la spiaggia era nota come “s’ispiazza de sos aranzos”, la spiaggia degli aranci, ma poi, in seguito al naufragio del veliero “Sassari”, che andò ad arenarsi proprio a pochi metri dall’arenile, il toponimo si trasformò in “s’ispiazza de su Sassari”. Che con gli anni si è italianizzato in Cala Sassari, anche se i più anziani continuano a chiamarla Sos aranzos». Il primo a scoprire quella meravigliosa cala fu un belga, che costruì la sua villa proprio sul promontorio. Poi alcune famiglie di Olbia – i Priarone, i Cucciari, i Pirisino – lo imitarono e anch’esse scelsero Cala Sassari come dimora estiva. D'altronde, per chi metteva piede su quella sabbia bianca o si imbatteva in quel mare cristallino non c’era scampo, scattava il colpo di fulmine. Per anni a Cala Sassari era una missione impossibile trovare uno spazio libero, ma allora - erano gli anni ’80-90 - i suoi maggiori frequentatori erano milanesi, romani, campani, toscani, emiliani. Di sardi se ne vedevano pochi, e olbiesi ancora meno. La “svolta” va fatta risalire ai primi anni del 2000, quando anche a Cala Sassari comparvero le prime concessioni. O, meglio, quando sulla spiaggia sbarcò il calciatore Claudio Finetti. «Era il 2000, giocavo col Palermo – racconta –. Un giorno un mio amico, che voleva cambiare vita, mi chiamò e mi propose di fare qualcosa insieme, di prenderci uno stabilimento balneare. Trovammo un'inserzione sul giornale e venimmo qui a Cala Sassari. Allora c'era una struttura vecchia in muratura. Me ne innamorai subito e, mentre il mio amico non se la sentì di andare avanti, io mi buttai da solo in questa avventura». Da allora sono passati 13 anni, la struttura in muratura è stata sostituita da un chiosco in legno e la vita di Cala Sassari si è rivoluzionata. Da una decina d’anni ai tanti turisti si sono affiancati gli olbiesi - giovani soprattutto - che amano trascorrere la giornata tra il lettino e il mare, tra il campo da beach volley e il tavolino del Fino Beach, come lo ha ribattezzato Finetti. Che poi in serata non disdegnano l’aperitivo o si fermano a cena. Tra i bagnanti di Cala Sassari, il conduttore di Ballarò Giovanni Floris, il ballerino Kledi Kadiu, il cestista Gigi Datome, il telecronista Gian Piero Galeazzi, ma nei giorni scorsi si sono fatte vedere anche le attrici Monica Scattini e Nathalie Caldonazzo, ospiti a Golfo Aranci del Figari film fest. «Amo questa spiaggia – dice ancora Finetti –. E’ bella sempre, in estate come in inverno. A settembre, dopo le fatiche estive, ho voglia di scappare, ma poi bastano 10 giorni e inizio a soffrire di mal di Sardegna. Anzi, mal di Cala Sassari».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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