La Nuova Sardegna

L’arte grafica di una stagione straordinaria

L’arte grafica di una stagione straordinaria

A Trinità d’Agultu si inaugura «Post Pop Mix» una mostra su un’epoca fertile della creatività americana

02 agosto 2013
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D’AGULTU. Si inaugura domani in piazza 4 Novembre alle 21,30, la mostra “Post pop mix. Grafica americana degli anni sessanta”, a cura di Giuliana Altea e Antonella Camarda. L’evento si inserisce nella rassegna Orfeo cinto di Mirto che ogni anno porta nel comune gallurese preziose opere della collezione Paolo Dal Bosco, grazie all’organizzazione dell'associazione culturale “Agostino Muretti” e il patrocinio del Comune di Trinità d'Agultu e dell'Università degli Studi di Sassari. Nella mostra Robert Rauschenberg Andy Warhol, Claes Oldenburg, Roy Lichtenstein, Donald Judd, Dan Flavin e ancora Sol LeWitt, Kenneth Noland, Ellsworth Kelly, Hans Haacke, Walter De Maria... l'elenco degli autori compresi nella cartella New York Collection for Stockholm suona come una impressionante lista di star mondiali dell'arte del secondo dopoguerra. Dal Neo Dada alla pop-art, dal Minimalismo al Concettuale, dall'astrazione post-pittorica alla video-arte, i maggiori protagonisti dell'arte americana della generazione successiva a quella degli Espressionisti astratti si cimentano nella stampa originale alla ricerca di nuovi mezzi espressivi o canali di diffusione e promozione della propria opera. Le opere in mostra evocano la situazione di straordinaria effervescenza creativa che caratterizzava la scena artistica di New York tra gli anni Sessanta e i primi Settanta, e sono frutto di una fitta rete di rapporti che lega tra loro personaggi cruciali del panorama artistico internazionale: Pontus Hultén, il direttore del museo svedese, Robert Rauschenberg e la sua cerchia, due galleristi leggendari come Leo Castelli e Ileana Sonnabend, e naturalmente gli stessi autori delle opere grafiche contenute nel portfolio. «Ripercorrerne la vicenda – afferma Giuliana Altea – significa andare indietro nel tempo a una situazione ancora ben lontana dall’odierno contesto globalizzato dell’arte contemporanea: a un momento in cui il sistema dell’arte era più fluido, meno rigidamente strutturato, e nel quale alla difficoltà e rarità dei viaggi e al relativo isolamento reciproco in cui vivevano i centri artistici sulle due sponde dell’Atlantico faceva riscontro l’entusiasmo di artisti, critici e curatori nell’intessere scambi, incontri e rapporti che diventavano spesso stimolanti occasioni creative».

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