La Nuova Sardegna

Con l’arbitro Accorsi il calcio diventa commedia

di Alessandro Stellino
Con l’arbitro Accorsi il calcio diventa commedia

Il film di Paolo Zucca ha aperto ieri la sezione “Le giornate degli autori” Oggi il corto di Salvatore Mereu nell’opera collettiva “Future Reloaded”

28 agosto 2013
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VENEZIA. È stato “L'arbitro” di Paolo Zucca a fischiare il via per la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, edizione numero 70. Un numero tondo, importante, da celebrare. E infatti la Biennale non si è lasciata scappare l'occasione e ha chiamato a raccolta settanta registi provenienti da tutto il mondo per assemblare un mosaico di cortometraggi raccolti sotto il titolo “Future Reloaded”. L'opera collettiva verrà presentata ufficialmente questa sera alle 22.15 in Sala Grande e tra i tanti, brevi film che la compongono sarà possibile vedere anche quello firmato da Salvatore Mereu, “Transumanza”: un omaggio a Vittorio De Seta che nell'arco di due minuti traccia un ponte tra passato e presente, tra l'apparente immutabilità di una terra ruvida e rocciosa come i volti dei pastori che la abitano e il nuovo che avanza nella forma di tecnologie sempre più a portata di mano e capillari nella loro diffusione.

Lucido ed evocativo, Mereu riflette sulla tradizione sarda e sul potere del cinema con sguardo sensibile e ironico, ed è certamente segno di grande considerazione il fatto che sia stato inserito con pochi altri italiani (Bertolucci, Capuano, Ferrario, Maresco, Placido) all’interno di una selezione di autori che vede anche Monte Hellman, Julio Bressane, Atom Egoyan, Brillante Mendoza, Lav Diaz, Amos Gitai, Amir Naderi, Pablo Larrain, Todd Solondz, Edgar Retiz e Paul Schrader, per citare solo alcuni dei più noti.

Ma torniamo al divertente film di Zucca, presentato ieri come evento speciale d'apertura per la sezione “Giornate degli autori”. Il regista oristanese conferma il talento messo in evidenza con i lavori precedenti, in particolare il corto omonimo che gli ha fatto vincere un David di Donatello, qui rielaborato e ampliato narrativamente, seppur conservandone toni e stile. A emergere è la coralità di un paesino di provincia, la cui scalcagnata squadra di calcio, l'Atletico Pabarile, arranca in ultima posizione nel girone di terza categoria che vede dominare gli strafottenti giocatori del Montecrastu. Questo finché non fa ritorno dall'Argentina un giovane emigrato, Matzutzi, che si rivela fuoriclasse e goleador capace di risollevare le sorti del team e portarlo a insidiare la vetta. Alle vicende della "faida" sportiva che lega le due squadre si aggiunge quella di un arbitro di fama internazionale, Cruciani, che sarà punito per la propria ambizione. Per non rivelare altro è lecito fermarsi qui: basti sapere che nel finale alcolico e surreale esplode tutta la carica eversiva di un film che travolge senza pensarci due volte miti e usanze, mandando all'aria festosamente gli stereotipi della tradizione cui affettuosamente si appoggia.

Sorpende Accorsi nel ruolo del fischietto titolare, versatile e abile a passare dalla presunzione allo straniamento, e spassosi i personaggi interpretati da Benito Urgu (Prospero, l'allenatore cieco del Pabarile) e Geppi Cucciari (sua figlia). Evidente anche il talento dell’autore per la composizione dell'inquadratura, così come la maturità nel gestire i diversi registri del racconto, anche se talvolta la narrazione procede in maniera bozzettistica, per episodi. Il film uscirà nelle sale italiane il prossimo 12 settembre e c'è da sperare che raccolga l'attenzione che merita.

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