La Nuova Sardegna

Piantagione con sorveglianza armata

di Lamberto Cugudda
Piantagione con sorveglianza armata

Tra Ilbono e Loceri oltre 1100 piante di marijuana alte 2 metri scoperte dalla polizia: intorno c’era una base operativa

26 settembre 2013
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L’Ogliastra come la Colombia, con i “narcos” armati che controllano le piantagioni, in questo caso non di coca ma di marijuana. Con varie postazioni di vigilanza armata dislocate intorno pre prevenire eventuali furti della preziosa coltivazione illegale e pronti a difendere, a fucilate le piante alte già oltre due metri, che tra due settimane sarebbero dovute essere tagliare per poi immetterle nel florido mercato delle sostanze stupefacenti.

Gli agenti del commissariato di polizia di Tortolì, guidati dal dirigente, vice questore Leonardo Cappetta, unitamente agli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale di Lanusei, hanno individuato ed estirpato una rigogliosa piantagione di droga con oltre 1100 piante di cannabis indica, da cui si ricava la marijuana. Il valore sul mercato avrebbe superato il un milione di euro.

La coltivazione illegale era stata piantata a non molta distanza da Monte Taré, nella località di Murta Ludu, in territorio di Ilbono, ai confini con l’agro di Loceri. La piantagione è stata scoperta grazie a un incendio che ha interessato la zona a monte della gola in cui era stata piantata con cura. Nell’area percorsa dalle fiamme, gli agenti del commissariato di polizia di Tortolì hanno rinvenuto la “base” dei fuorilegge, che erano stati costretti ad abbandonarla all’improvviso a causa della violenza dell’incendio.

La base era organizzata con tanto di frigoriferi, per la precisione tre, alimentati grazie a pannelli fotovoltaici e a grandi batterie di camion, e poi c’erano utensili da cucina, una cucina da campo, bombole di gas, doccia, una dispensa con provviste alimentari (pistoccu, scatolette, zucchero e altro ancora) e anche l’occorrente per fare il bucato. E infine una branda con un materasso (ma ce n’era anche un altro) vicino al quale è stato trovato, distrutto dal fuoco e seminascosto tra la cenere, un fucile semiautomatico calibro 12 di fabbricazione russa con matricola abrasa e diverse munizioni.

La base dei “narcos in salsa ogliastrina” era addirittura alimentata con fili elettrici lunghi diversi chilometri che sfruttavano l’energia rubandola dai pali della corrente. La la coltivazione di marijuana di Murta Ladu, ai confini fra l’agro di Ilbono e quello di Loceri era stata scoperta nel corso di una perlustrazione e, dopo una serie di appostamenti, è stata monitorata per qualche tempo dal personale della polizia di Stato, guidato dal vice questore Leonardo Cappetta, fino a quando l’incendio non aveva devastato quel tratto di territorio, costringendo i “narcos” a lasciare le postazioni. Indagini sono in corso anche da parte del Nucleo investigativo polizia ambientale e forestale di Lanusei.

La piantagione aveva caratteristiche di armamento e un tipo di organizzazione mai viste finora in Ogliastra, ma non solo. L’area coltivata era infatti presidiata da tre punti di osservazione – sistemati su tre differenti livelli – dai quali si poteva scrutare tutta la vallata. Accanto alle tre zone vedetta inoltre, era organizzata una vera e propria base con armi e proiettili e dove si mangiava, dormiva e si era anche soliti fare il bucato. Le piante erano state veramente curate con amore e professionalità dai coltivatori illegali, visto che erano rigogliose e tutte alte oltre due metri. Una volta essiccata, per la qualità e la concentrazione di principio attivo, la marijuana sarebbe stata collocata sul mercato con ricavi superiori al milione e 100mila euro.

Saranno gli esami strumentali del laboratorio di analisi chimiche della polizia scientifica di Cagliari ad accertare le caratteristiche del principio attivo, che comunque è stato già stimato come di eccellente qualità. Esami anche per il fucile semiautomatico calibro 12, di fabbricazione russa, con matricola abrasa, che è già stato inviato alla Scientifica per le necessarie comparazioni e per verificare se sia stato utilizzato in azioni criminose. Considerato anche che, negli ultimi tre-quattro anni, in Ogliastra, si sono registrate alcuni omicidi a fucilate di persone che si ritiene potessero avere a che fare con la coltivazione di marijuana. Ma c’è di più, perché verranno esaminati al laboratorio i residui organici che i “narcos” hanno di certo lasciato nel campo tra la roba da mangiare, le pentole, i bicchieri e nei giacigli.

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