La Nuova Sardegna

Mucca pazza, morta la cagliaritana affetta da Bse

Mucca pazza, morta la cagliaritana affetta da Bse

La donna, 51 anni, madre di un bambino, aveva manifestato i primi sintomi del male circa tre mesi fa. Non esiste una terapia in grado di fermare l’avanzare della malattia

26 aprile 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Si è spenta ieri mattina T.P., la donna cagliaritana di 51 anni, madre di un bambino, colpita dalla malattia di Creutzfeldt-Jacob (Mcj), una variante della Bse o morbo della mucca pazza. Come raccontato dalla Nuova il 17 marzo aveva manifestato i primi sintomi del male circa tre mesi fa, poi il suo stato di salute si era aggravato sino alla fine, che i medici dell’ospedale Brotzu avevano ampiamente previsto: non esiste una terapia in grado di fermare l’avanzare della malattia. La diagnosi era stata confermata dal laboratorio dell’Istituto superiore della sanità ed è la cartella clinica elaborata dall’ospedale a certificarla: si tratta del morbo letale collegato a quello che sembra colpire l’uomo attraverso i bovini. Dopo una degenza durata circa cinque settimane i familiari avevano deciso di riportare a casa la donna malata, che è stata successivamente trasferita in una clinica della città, dove ieri è deceduta. I casi di mucca pazza, come viene definito genericamente il morbo nelle sue varianti, sono stati quattro in Sardegna nell’arco di circa un anno: quello di Cagliari e altri tre nel centro Sardegna. Vengono però classificati come «sporadici» perché non c’è alcuna prova che siano legati all’uso di carni bovine non controllate. Gli studi scientifici dimostrano che i tempi definibili impropriamente di incubazione di questa malattia - che non è infettiva - sono lunghissimi, si parla anche di vent’anni. Quindi è impossibile stabilire un nesso tra l’insorgenza dei primi sintomi, che i familiari di T.P. hanno rilevato circa tre mesi fa, e l’ingestione di carni bovine. E’ certo che l’impiegata colpita dalla Mcj era particolarmente ghiotta di pietanze a base di cervella animali. Questo è il solo dato che autorizza a sospettare una correlazione tra l’ingestione di carni bovine e la malattia. La sindrome di Creutzfeldt-Jacob si manifesta con la perdita della memoria, cambiamenti sensibili della personalità, allucinazioni, difficoltà nell’uso di braccia e gambe, rigidità nella postura e convulsioni. Sono le conseguenze di un’alterazione della proteina chiamata prione, che provoca perdita di neuroni, le cellule del cervello. Non c’è cura: la morte arriva in un arco di tempo che va da pochi mesi a due anni. Nella sua forma più comune colpisce una persona su un milione all’anno. (m.l.)

In Primo Piano
Il giallo

Macabra scoperta a Quartu: ritrovato in spiaggia il cadavere di un 30enne oristanese

di Luciano Onnis
Le nostre iniziative