Il no degli ecologisti: «Molto meglio le fonti rinnovabili»
Fronte compatto degli ambientalisti in Sardegna Oggi da Sassari marcia di protesta estesa a tutta l’isola
SASSARI. Ecologisti schierati contro i rigassificatori. Lungo l'elenco: si va dal Gruppo d'intervento giuridico -Amici della terra sino ai Comitati del no. Claudia Zuncheddu, di Sardegna Libera, appare una delle più risolute. «È positivo che la giunta Pigliaru abbia preso atto dell'impossibilità di portare avanti il Galsi: il passaggio del "tubo" da sud al nord avrebbe devastato il nostro territorio, con costi enormi per le attività tradizionali e nuove servitù per le collettività», sostiene in prima battuta. Per aggiungere subito: «Ora ci auguriamo però che qualsiasi progetto di metanizzazione, specie nella costruzione delle reti e degli eventuali sistemi di stoccaggio, sia rispettoso del nostro ambiente e delle nostre economie. Auspichiamo perciò che i futuri piani anche in fase preliminare vengano discussi e condivisi con le popolazioni». «L'uscita della Sfirs dal consorzio Galsi in tempi celeri farà poi recuperare i fondi stanziati – prosegue – E spero che gli impegni presi nelle precedenti finanziarie, per 150 milioni, vengano stornati e usati per sostenere i nostri malati, le famiglie e le imprese in crisi».
“Comitati in rete del no” e "Non bruciamoci il futuro" - una cinquantina le associazioni in tutta l'isola - ribadiranno la loro contrarietà questo pomeriggio alle 17,30 in piazza San Pietro, nella sede del Wwf, a Sassari (attesi i candidati alla carica di sindaco). Le manifestazioni proseguiranno nel Marghine e nel Medio Campidano. Si concluderanno a Cagliari. Dove il governatore sarà invitato a un confronto proprio su queste tematiche. È in sostanza una marcia da Sassari a Cagliari per far inserire in cima all'agenda politica i temi ambientali. Spiega Paola Pilisio, presidente del Comitato "No alla chimica verde e no all'inceneritore": «Prima di qualsiasi intervento occorre un nuovo piano energetico a favore delle comunità. E oggi che il Galsi ha abbandonato la Sardegna, più che esser stato abbandonato dalla giunta Pigliaru, chiediamo che la nostra regione vada avanti con le rinnovabili, biomasse escluse». «Ma prima bisognerà parlare con i cittadini e pensare ai provvedimenti a beneficio dei territori che ospiteranno gli impianti alimentati da vento e acqua – dice ancora Pilisio – D'ora in poi le amministrazioni, anche quelle comunali, tranne le più piccole, non potranno più ignorarci come hanno fatto sino a oggi» . «A Sassari e a Porto Torres, per esempio, i Comuni sono sempre stati più sensibili agli interessi di multinazionali come l'Eni piuttosto che ai nostri appelli», conclude l’esponente ambientalista.
Stefano Deliperi, portavoce del Grig, aveva già espresso molti dubbi sui rigassificatori già parecchi mesi fa. E ora riconferma in pieno tutte le sue perplessità: «L'addio al Galsi, una volta cambiati gli scenari internazionali, mi pare persino tardivo. A ogni modo credo si debba fare come in altri Paesi europei: ossia cominciare a ragionare pubblicamente su quali siano le convenienze energetiche effettive dei singoli territori». «Bisogna insomma arrivare a una consultazione di piazza, in modo da approfondire qualsiasi aspetto del problema – incalza l'ecologista – Perché sono tante le domande che mi vengono in mente sin da questo momento. Si seguirà lo stesso tracciato del gasdotto? O invece lo si abbandonerà? Come verrà affrontata la questione zona per zona? In che modo e dove saranno realizzate le ramificazioni dalla condotta principale?». «E comunque, per quel che concerne le aree industriali, è indispensabile pensare prima alle bonifiche e solo dopo averle concluse pensare ad altri interventi: non sono discorsi slegati, il tema va ponderato nel suo complesso, in tutte le sue articolazioni». (pgp)