La Nuova Sardegna

«Noi con Vecchioni per immaginare un mondo migliore»

di Gianluca Corsi
«Noi con Vecchioni per immaginare un mondo migliore»

Intervista con Gigi Sanna, il leader della band barbaricina Sino al 25 maggio in edicola. In concerto il 1° e il 2 giugno

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NUORO. Sognare ad occhi aperti è una delle cose più comuni, e anche una tra le più intime. Gli intransigenti e i cultori dell’efficienza sostengono che sognare ad occhi aperti sia una perdita di tempo, ma lo scrittore e poeta Edgar Allan Poe, già nel 1842 in Eleonora, scriveva: «Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte». E non è un caso se nel nuovo cd degli Istentales, “Sogni ad occhi aperti”, appunto (che – fino al 25 maggio – è già possibile acquistare con La Nuova Sardegna al prezzo speciale di 8,80 euro), il brano regalato dal cantautore Roberto Vecchioni si intitoli proprio “Il testamento del poeta”. Lo stesso Vecchioni, nel testo scritto per il tredicesimo album della band nuorese, quando parla dei poeti li descrive un po' come sognatori ad occhi aperti: “angeli custodi/Con una penna in mano e nuvole nella mente...”. Da alcuni anni, quei sogni di poeta, Vecchioni li condivide proprio con gli Istentales, nelle tante tournée, come nei progetti caratterizzati dal forte impegno sociale.

«Tutte le volte che soggiorna a Nuoro – conferma Gigi Sanna, voce e leader del gruppo – è nostro ospite nel “pinnetu” della Fattoria Istentales di Badde Manna. E puntualmente si fanno le ore piccole, tra “spuntini” e poesia...». Ma la band (oltre a Gigi Sanna, Luca Floris alla batteria, Sandro Canova al basso, Daniele Barbato alle tastiere, Davide Guiso alla chitarra, Sandro Savarese alle tastiere, più il vocalist Tonino Litterio) cantano “sogni ad occhi aperti” di tutti i giorni, talvolta tristi, più vicini e reali di quanto possa sembrare: storie che raccontano la mancanza di lavoro, la cassa integrazione, il caro traghetti e le difficoltà nei trasporti. E poi la tragedia dell'alluvione in Sardegna, che ha lasciato ferite ancora aperte, cantata in “Nàrami” (l’unico brano in sardo dell'album). O la morte, cantata con una certa ironia quando si presenta «a quelle persone che, dopo aver lavorato 40 anni, magari erano convinte di godersi il meritato e sereno riposo con la pensione».

E non manca il messaggio, rivolto soprattutto ai giovani, che invita a recuperare il rispetto per gli anziani. «Quando eravamo piccoli noi – ricorda Gigi Sanna – soprattutto nei nostri ovili, rapportarsi ai più anziani con rispetto era fondamentale. Era naturale, per i più giovani, ascoltare e imparare da questi grandi “dispensatori di saggezza”».

Ma il conflitto generazionale con i più giovani sembra ricomporsi nel brano che dà il titolo al cd. «Qui – continua Sanna – duettiamo con i rappers milanesi “Lupin”, e il messaggio che ne viene fuori è che potrà cambiare il modo di fare musica, ma il messaggio e il fine che vogliamo raggiungere sono identici. D'altra parte noi nel '68 scrivevamo slogan contestatari sui muri, loro ricorrono all'arte del graffitismo».

Il nuovo cd in vendita con La Nuova sarà presentato in occasione del grande evento “Voci di maggio”, il 1° e il 2 giugno, in piazza d'Italia, a Sassari. «Il 1° giugno ci sarà una tappa a invito nel Teatro Civico, in cui presenteremo 5 videoclip dell'album (“Il testamento del poeta”, “Bene bénnios”, “Lettere nei ricordi”, “Via Roma”), ai quali abbineremo, con l'Associazione cuochi di Sassari, un piatto e un vino». Poi tutti di nuovo immersi nell'atmosfera di Voci di maggio, a sognare ad occhi aperti, come i poeti.

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