Il Grillo scatenato «Io oltre Hitler senza di noi i nazisti»
Show del leader Cinque Stelle sul palco di Torino Insulti a Merkel e Schulz: «Stalin? Dovrebbe ringraziarlo»
ROMA. «Dicono che io sono come Hitler, io sono oltre Hitler e Schulz deve ringraziare Stalin, se non vinceva Stalin lui era dentro il Parlamento con una svastica sulla fronte». È un Beppe Grillo senza freni quello che arringa la folla, in una gremitissima piazza Castello, a Torino. L’ultima settimana di campagna elettorale si gioca in piazza e il leader pentastellato non ha intenzione di fare passi indietro, lasciando libero il campo a Matteo Renzi tornato da segretario del Pd ai comizi di piazza.
Il giorno dopo la clamorosa gaffe della vivisezione per Dudù che ha costretto il leader pentastellato a precisare su Twitter di essere contrario alla sperimentazione sugli animali e di avere anzi un cane di nome “Delirio”, Grillo parla a ruota libera di tutto, dalla Digos alla Merkel. A Schulz che aveva bollato Grillo come emulo di Stalin. «Ha offeso 10 milioni di italiani», replica Grillo. Rispetto alle sue, quelle di Berlusconi sembrano battute da educanda. «Noi non andremo a trattare il fiscal compact e glielo riporteremo in busta chiusa, non faremo come l’ebetino che è andato a dare due linguate a quel culone tedesco della Merkel» dice, spiegando, a scanso di equivoci, che «la parolaccia è sintesi e cultura». «Se non ci fosse il M5S ci sarebbero i nazisti, il nostro populismo è la più alta espressione della politica», aggiunge, dopo aver liquidato il presidente del Parlamento europeo come possibile epigono mancato di Hitler. Sul palco con Grillo c’è il leader dei no-Tav Alberto Perino. «La Digos è tutta con noi, la Dia è tutta con noi, i carabinieri sono con noi: facciamo un appello, non date più la scorta a questa gente, abbandonate i politici, perché loro non ce la fanno più a scortare questa gente al supermercato o al festival, loro sono come noi», assicura. «Noi abbiamo dichiarato fedeltà alla Costituzione e alla Repubblica che cerchiamo di servire nel modo migliore, non stiamo dalla parte di nessuno e tuteliamo i diritti di tutti», replica a stretto giro di posta una nota del segretario del sindacato di Polizia, Sap, Gianni Tonelli. Ma tant’è. «Quando una legge è contro migliaia di persone non va rispettata, faremo un tribunale on line: metteremo le persone sulla rete e voteremo caso per caso giornalisti, politici e imprenditori, li metteremo on-line e emetteremo un verdetto virtuale, almeno il diritto di sputo», propone Grillo.
«Siamo scesi in piazza per vincere e vinceremo al 100%, queste Europee le abbiamo già vinte e lo sanno per questo cominciano di nuovo con il dossieraggio, la stessa tecnica che non cambia di una virgola, dicono che 32 anni fa prendevo i soldi in nero (dice riferendosi a quanto pubblicato ieri dal quotidiano berlusconiano Il Giornale, ndr) ma i risultati ci daranno ragione e vinceremo noi», aggiunge. «Io non sono il loro avversario, non sono candidato, sono un pregiudicato e li riconosco prima, il loro avversario è l’onestà di chi fa buona politica». Fortissimi nei sondaggi al Sud, i Cinquestelle puntano a conquistare il Piemonte che torna al voto, dopo lo scandalo dei rimborsi. E Grillo solletica l’elettorato leghista. «Io non mi stupisco quando fischiano l’Inno di Mameli, Fratelli d’Italia, ma fratelli di chi? dei piduisti, dei massoni, della camorra? Chiediamoci perché si fischia un inno, io invece inorridisco quando un presidente della Repubblica riceve un condannato in via definitiva». Quanto a Berlusconi il leader M5S non lo chiama più “psiconano”. No oggi il Cavaliere è “Tinto Brass”. «Vediamo chi metteranno nel cesso Tinto...», dice sfidando Berlusconi che aveva detto che in Europa per accogliere Grillo stanno allargando i cessi.
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