La Nuova Sardegna

«Espiazione dinanzi a Dio e alla giustizia umana»

di Angelo Mavuli
«Espiazione dinanzi a Dio e alla giustizia umana»

Messaggio del vescovo Sebastiano Sanguinetti dalla Città del Vaticano «Provo orrore, dolore e indignazione per quest’atto senza giustificazioni»

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TEMPIO. Tanto dolore e un profondo senso di sgomento. Da Roma Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio e Ampurias, non riesce a trattenere l’ondata di emozioni per una strage così efferata e per la morte del piccolo Pietro. Il presule è nella capitale perché impegnato in una importante riunione della Conferenza episcopale italiana. L’incontro è presieduto dal Papa e spetterà proprio a monsignor Sanguinetti la prolusione dei lavori.

Il vescovo fa comunque arrivare la sua voce ed esprime con parole forti il raccapriccio per il massacro compiuto sabato pomeriggio in città. «Orrore, sconcerto, dolore, indignazione: sono i sentimenti che si accavallano nell’anima di fronte a una immane tragedia che Tempio non ha mai conosciuto a memoria d’uomo – dice il vescovo senza esitazione – Nessuna ragione, e tanto meno alcuna giustificazione, possono essere addotte per la soppressione volontaria e violenta di una vita umana».

«Quando poi un’azione del genere ha il carattere dell’efferatezza e per di più nei confronti di un padre, di una madre e di un innocente figlio, distruggendo in un attimo un’intera famiglia, ogni parola o commento sono del tutto superflui – afferma ancora il presule –. Siamo alla crudeltà fine a se stessa e all’assenza totale di un minimo di umanità e di una pur labile coscienza morale».

Monsignor Sanguinetti spiega poi che, in un momento tanto drammatico, la Chiesa diocesana «si stringe con affetto e con la preghiera attorno ai familiari delle vittime, sentendosi insieme a tutta la Comunità tempiese, colpita, umiliata e mortificata nei suoi valori fondanti».

«All’abbraccio amoroso del Padre celeste, affidiamo questi nostri tre fratelli», è una delle sue ultime raccomandazioni religiose.

In chiusura, il vescovo si rivolge quindi ai responsabili della strage di Tempio invitandoli al pentimento. Ma al tempo stesso il vescovo ricorda loro che devono espiare la pena. «Invitiamo l’autore o gli autori del terrificante delitto al ravvedimento. E all’idonea espiazione davanti alla giustizia umana»: questo, testualmente, il suo ammonimento finale.

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