Vittime dell’amianto: scippati due milioni di euro a favore dell’Expò
Appello dell’associazione regionale Areas: «Misura vergognosa che va eliminata dal decreto legge»
ORISTANO. «Per finanziare l’Expo di Milano il Governo ha sottratto 2 milioni di euro dal fondo Inail per le vittime dell’amianto». La denuncia è di Areas, l’associazione regionale degli ex esposti amianto, che ha scritto alla segreteria del Senato e alla Camera dei Deputati, per sollecitare l’eliminazione di quella parte del decreto legge sull’emergenza abitativa che avrebbe causato lo spostamento dei fondi.
«È un fatto grave e vergognoso – afferma in una nota il presidente dell’associazione, Giampaolo Lilliu – per trovare 25 milioni da destinare all’Expò, 10 vengono sottratti dal fondo per la “stabilizzazione dei rapporti di lavori pubblici”, altri 13 dal fondo istituito nel 2006 per fronteggiare esigenze di servizio di particolare rilevanza, come Polizia e Vigili del Fuoco e altri 2milioni dal fondo per le vittime dell’amianto». Ed aggiunge che «erano fondi destinati alle famiglie ed ai lavoratori che hanno contratto malattie determinate dalle fibre d’amianto e che, in caso di decesso, dovevano essere rendite per gli eredi».
Da qui la protesta «Giù le mani dal fondo vittime dell’amianto – tuona Lilliu – in caso contrario attraverso il coordinamento nazionale annunciamo fin da ora azioni eclatanti». Per l’associazione la delusione sulla scelta attuata dal Governo è forte, dato che la richiesta inviata a Roma era stata ben diversa. Puntava infatti ad un incremento del fondo e non alla riduzione «ma soprattutto – conclude Lilliu – di allargarlo a tutti coloro che contraggono patologie legate all’amianto in modo indiretto, per tutelare anche quei cittadini che non vengono ancora ricompresi dalla normativa».
La sottrazione di 2 milioni di euro dal fondo Inail per l’associazione oristanese che fa parte del coordinamento nazionale è un fatto gravissimo. Ci sono voluti anni, infatti, per strappare una legge che assicurasse tutela anche finanziaria ai malati, alle loro famiglie ed agli eredi. Se si considera poi che le associazioni da anni sollecitano di estendere le stesse tutele ed una più attenta vigilanza sanitaria ad esempio, anche per agli abitanti delle aree vicine agli stabilimenti dove veniva lavorata la fibra d’amianto, si ha la dimensione del problema. In provincia di Oristano del resto, dove fino agli inizi degli anni Novanta funzionavano due impianti industriali di questo tipo (uno nel Capoluogo, l’altro a Marrubiu) la questione è particolarmente sentita. Ogni anno aumenta il numero delle persone cui vengono accertate patologie correlate all’amianto.