La Nuova Sardegna

La Sardegna al voto con l’incognita Grillo - SPECIALE

La Sardegna al voto con l’incognita Grillo - SPECIALE

25 maggio 2014
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di Alfredo Franchini

CAGLIARI. A dispetto di una campagna elettorale anomala, il voto di oggi ha un’importanza strategica per il futuro dell’Europa, a cui è diretto, ma anche per quello dell’Italia e, nel caso nostro, della Sardegna. E’ vero che il voto per il parlamento di Bruxelles non ha ricadute dirette sulle sorti del governo nazionale, ma quanto è accaduto negli ultimi mesi, con la caduta del governo Letta e nell’isola con la nascita della giunta Pigliaru, affida al voto di oggi un passaggio significativo.

Bipolarismo. Lo tsunami del sistema dei partiti s’è iniziato con le politiche: la valanga di voti presi dal Movimento Cinquestelle ha rotto il bipolarismo (Pd-Forza Italia) che aveva governato il Paese per vent’anni, a partire dal 1994. Il Movimento di Grillo non si era presentato alle ultime elezioni regionali ma oggi sarà in lizza e sarà un vero banco di prova.

Amministrative. Uno dei punti (dolenti) delle ultime regionali è la bassa affluenza: fatto inedito per i sardi che testimonia l’emergenza sociale dell’isola. L’affluenza alle urne farà capire in che modo ha pesato in Sardegna la mancata partecipazione del Movimento di Grillo alle ultime elezioni. I partiti tradizionali temono che anche oggi si confermi la fuga dalle urne ma confidano sul richiamo che viene dalle elezioni amministrative: si vota, infatti, in 18 Comuni e le sfide principali sono a Sassari (109.313 votanti) e Alghero (39.203), gli unici con popolazione sopra i 15.000 abitanti.La fuga dalle urne è accentuata dal clima di antipolitica che si è creato per via degli scandali sui costi dei partiti e delle istituzioni e, nell’isola, anche per l’impossibilità dei sardi ad eleggere direttamente un certo numero di eurodeputati così come capita, ad esempio, per nazioni piccole come Malta, Cipro, Estonia e Lussemburgo che ne eleggono sei.

Scenari. Le elezioni europee arrivano troppo presto per essere considerate un test valido per la giunta Pigliaru, insediata da poco tempo. Ma è indubbio che gli equilibri politici in Sardegna potrebbero cambiare, a cominciare, dall’interno del Pd: Renato Soru potrebbe superare la grande difficoltà dei sardi ad arrivare all’europarlamento grazie al sostegno del Pd nazionale. (L’ex presidente della Regione ha svolto parte della campagna elettorale in Sicilia ed è quindi «unito» dalle due isole). Ma anche nell’ipotesi che non ce la facesse, potrebbero esserci ricadute al prossimo congresso Pd.

Sovranisti. In queste elezioni sono assenti i sovranisti che hanno ottenuto un buon risultato alle regionali tanto da avere la rappresentanza in giunta di due assessori. I Rossomori hanno dato indicazione di «votare a sinistra» che, tradotto, è l’indicazione per la Lista Tsipras, sostenuta da Sel e da un movimento di intellettuali che presenta in Sardegna la cantante Elena Ledda. Il risultato della Lista Tsipras si intreccia per il futuro con i partiti sovranisti, i quali hanno come obiettivo dichiarato la costituzione di un «grande partito dei sardi» che porti l’isola ad essere uno Stato associato all’Ue.

Centrodestra. Il declino di Berlusconi condiziona il consolidamento dei partiti del Centrodestra e costituisce un test interessante per il partito di Alfano e Schifani che schiera nell’isola Maddalena Calia.

Europa. Il tema di fondo resta l’Europa e le scelte per l’area Mediterranea. La risposta è affidata al voto di oggi.

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