La Nuova Sardegna

Per i 5 Stelle risultato a due facce

di Luca Rojch
Per i 5 Stelle risultato a due facce

Eleggono un europarlamentare, ma perdono la leadership e nei Comuni il voto è un flop

28 maggio 2014
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SASSARI. La luna di miele è finita. I 5 Stelle sembrano avere smarrito, almeno in parte, il loro fascino esuberante. Tengono alle Europee, crollano alle Comunali. Un risultato a due facce. La versione europea di Beppe Grillo porta a casa un risultato vicino al 30 per cento. Alle comunali va male, malissimo, sotto il 15 per cento.

Il Movimento per la prima volta appare statico, stanco. La curva della crescita miracolosa si affloscia, spompata. I grillini nell’isola perdono appeal e consensi. Alle Europee mostrano ancora la loro gioiosa potenza e si affermano in modo robusto come il secondo partito. Alle Comunali la spinta svanisce, arrancano e agonizzano come se la macchina del consenso si fosse inceppata. Segno che quando si deve dare la preferenza per la guida del municipio gli elettori guardano altrove. Sassari è un simbolo di questa schizofrenia elettorale. Il M5S supera il 28 per cento alle Europee, arranca sotto il 12 per cento alle Comunali. A mettere zucchero nel motore grillino non è solo la scelta del leader di non presentarsi alle Regionali. E in molti vedono in quella decisione una sorta di decisione strategica per arrivare alle Europee lanciatissimi. Grillo non voleva da subito affrontare nel voto a voto sul campo le macchine rodate di Forza Italia e Pd. Il voto alle Europee gli ha dato ragione, almeno in Sardegna. Le comunali si sono trasformate in una sconfitta pesante. Nei due comuni in cui si è presentato è andato male. A Sassari è rimasto sotto il 12 per cento. Ad Alghero non è riuscito ad arrivare neanche al ballottaggio contro un Pd spaccato a metà e un centrodestra in crisi di identità. Ma uno dei pochi sindaci a 5 Stelle dell’isola, Mario Puddu, che guida Assemini, dà una lettura più ottimista. «Io vedo anche molti aspetti positivi in Sardegna nel voto – spiega –. Abbiamo mantenuto la stessa percentuale delle politiche. In provincia di Cagliari, escluso il capoluogo, siamo il primo partito. Come a Olbia. Nella mia Assemini abbiamo il 42 per cento. Non dobbiamo neanche dimenticare che abbiamo eletto un europarlamentare. Non vedo in modo negativo questo voto. Sì è vero i risultati di Sassari e Alghero sono al di sotto delle previsioni, ma ci può stare. Maurilio Murru si è dovuto scontrare contro la corazzata del centrosinistra. E anche su Alghero il discorso è simile. Poi nelle comunali prevale anche un tipo di voto differente, legato a parentele e amicizie».

Ma il Movimento sembra avere finto la sua spinta gioiosa che in questi mesi lo ha portato a diventare il primo partito in Sardegna. Rimane forte dove c’è la protesta. A Olbia, città alluvionata e dimenticata, restano il primo partito, con oltre il 31 per cento. Nella depressa Ogliastra sfiorano il 30, nel cuore di un Sulcis carico di rabbia arrivano al 36 per cento. Nel resto della Sardegna i grillini tengono, ma la cavalcata non c’è. Sembra ora aprirsi una nuova fase per i 5 Stelle, l’uscita dalla clandestinità inziatica del web. Il Movimento si dovrà strutturare ancora di più. E forse sarà costretto al porta a porta del consenso, come da tempo fanno i vituperati partiti tradizionali.

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