La Nuova Sardegna

Dagli assessorati regionali arriva un no secco ai tentativi in atto da parte delle multinazionali. La prima a intervenire è Donatella Spano, responsabile dell’Ambiente. Sino a qualche mese fa insegnava all’ateneo di Sassari Scienze e tecnologie dei sistemi arborei -forestali. Ora dice: «Sul gruppo olandese intenzionato a fare prelievi di geni da nostre piante in assessorato è arrivata solo una lettera da parte di specialisti che segnalavano il caso in termini preoccupati. Ma noi non abbiamo dato alcuna autorizzazione né ci sarebbe spettato. E a ogni modo siamo contrari in linea di principio». «So che in questa legislatura è stata riproposta in Consiglio la tutela delle specie d’interesse produttivo e credo si debba estenderla a quelle spontanee – afferma Spano – In ogni caso, dato che la materia rientra nella valutazione del nostro patrimonio naturale in senso lato, sono convinta che proprio in questa direzione si debba lavorare rapidamente per evitare sorprese derivanti dai buchi normativi che ancora consentono purtroppo questo tipo di richieste». «Non solo non abbiamo dato il via libera al gruppo olandese Riijk Zwann, ma non lo daremo mai a chicchessia: il nostro obiettivo strategico ambientale è un altro», sottolinea a sua volta Elisabetta Falchi. Sino a qualche mese si occupava della sua azienda di cereali e prodotti da orto nell’Oristanese ed era presidente della Confagricoltura sarda. Adesso, da assessore all’Agricoltura, sottolinea un aspetto preciso: «Se c’è qualcuno che può avanzare richieste di brevetti sui propri beni sono i sardi. E per capire quanto tempo c’è da recuperare basta pensare al carciofo spinoso, che ancora non ha le necessarie tutele». «Ma un fatto è comunque evidente – spiega Falchi – Sia per gli endemismi sia per le coltivazioni agricole dobbiamo fare di tutto per salvaguardare le nostre produzioni uniche e di grande qualità». (pgp)